Imprenditore suicida a Pompei- parla il Vescovo Liberati: “cercava conforto nella Vergine”

Arcangelo Arpino, questo il nome dell’imprenditore di Vico Equense suicidatosi alle tre del pomeriggio, a Pompei, nel parcheggio del santuario con una pistola calibro 7.65, regolarmente detenuta. L’uomo, padre di tre figli, lascia dietro di sé sgomento e rabbia di un’intera comunità che chiedono giustizia per una morte che doveva e poteva essere evitata. Secondo le ricostruzioni dei familiari, il 63enne, avrebbe ricevuto delle cartelle esattoriali da Equitalia e, una volta comprese le difficoltà economiche, non avrebbe trovato altra via risolutiva, se non il suicidio, lucido e calcolato, accompagnato da una lettera di scuse ai familiari.

Una volta appresa la notizia della scomparsa dell’imprenditore Arcangelo Arpino, Mons. Carlo Liberati, vescovo di Pompei ha dichiarato apertamente: “mi sono recato sul posto e poi presso la Stazione dei Carabinieri di Pompei, dove ho incontrato i suoi familiari affranti dal dolore. Ho manifestato loro la mia solidarietà e vicinanza, provando a confortarli. Alla moglie e ai figli ho detto che avrei celebrato una santa Messa in suffragio del defunto (celebrata alle ore 19.00, N.d.R.). Sicuramente Arcangelo, recandosi a Pompei dalla vicina Vico Equense, dove abitava, ha cercato conforto nella Vergine di Pompei. La morte di Arcangelo è un evento tragico
che deve farci riflettere profondamente su quanto, in questo momento così difficile e drammatico per il nostro Paese, dobbiamo essere tutti solidali e, soprattutto, affidarci alla Divina Provvidenza senza lasciarci prendere dallo sconforto. La vita è dono di Dio, un dono prezioso. Invito tutti ad avere più fiducia in noi stessi e, soprattutto, in Gesù che ha avuto per noi il gesto più profondo di amore: quello di donare la propria vita per realizzare la nostra salvezza. La gente si sente abbandonata. Anche io, durante la Supplica di martedì 8 maggio, ho detto di sentirmi abbandonato dalle istituzioni. Anche Gesù sulla croce si è lamentato: sono vicino e solidale ai familiari di quest’uomo. Comprendo il loro profondo dolore“.

Il Vescovo Liberati, inoltre, crede che questa morte sia sangue che macchia azioni di governo esasperanti ed è ora che si rifletta su quanto sta accadendo, sul sacrificio economico e umano che si esige dai cittadini e, si spera, che tutti questi suicidi cessino al piu’ presto. Chi governa, infatti, dovrebbe aiutarci a scegliere strade che non si limitino ad un aumento spasmodico delle tasse, ma che, invece, diano seconde chance per crescere e guardare al futuro.