“Li vuoi due paccheri? Col sugo, intendo!”: storia e preparazione del tipico formato di pasta napoletano.

Napoli bella quanto bizzarra porta con sé numerose bontà alimentari che nascondono particolari storie. I paccheri sono un formato di pasta ordinario dal nome inconsueto. Hanno la forma cilindrica simile a quella delle mezze maniche ma molto più grandi; lisci o rigati sono buoni in tutte le salse purché siano al dente.

Gli schiaffoni, chiamati anche così, prendono nome dall’usanza italiana di salutare, confidenzialmente, amici e parenti con una “pacca” sulla spalla. Infatti, il nome pare sia di origine greca e si compone di due termini “pas” e “keir” che significano rispettivamente tutto e mano, dunque “a mano piena”. Inoltre, secondo la leggenda napoletana, il rumore che si ottiene quando si “tuffano” nel piatto è simile a quello di uno schiaffo.

I paccheri vengono cucinati, per la maggiore, con sughi di mare ma non mancano ricette con salsiccia, zucca o funghi trifolati. E se volete renderli un ottimo aperitivo comprate della buona ricotta e preparate dei paccheri impanati e fritti.

Cuocete i paccheri al dente e lasciateli raffreddare. A parte unite alla ricotta: pancetta, mozzarella, pepe e sale e tanto basilico. Riempite la pasta con il composto aiutandovi con una sac à poche o con un semplice cucchiaino. Infine, passateli nell’uovo e nel pangrattato. Friggete in olio abbondante e servite su un leggero sugo di pomodori freschi. Poche mosse per essere adulati per tutto il pranzo!

Valentina Fruttauro