Omicidio Lino Romano, arrestato presunto killer

Uno clamoroso scambio di persona si trasforma in un tragico delitto. E’ stato arrestato questa mattina in un appartamento a Marano di Napoli Salvatore Baldassarre, 30 anni, ritenuto dai  carabinieri del comando provinciale di Napoli l’esecutore materiale dell’omicidio di Lino Romano, ucciso per errore in un agguato di camorra. Secondo le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo Baldassarre sarebbe affiliato al clan degli scissionisti, gli Abete-Abbinante-Notturno, in guerra con i cosiddetti “girati” della Vanella Grassi per il controllo delle piazze di spaccio dell’area Nord di Napoli. Al momento dell’arresto, Salvatore Baldassarre, era armato di una pistola semiautomatica e in possesso di documenti falsi.

La sera del 16 ottobre dello scorso anno il giovane Lino Romano, uscito dalla casa della sua fidanzata per andare a giocare a calcetto, fu ucciso davanti a un palazzo di rione Marianella, vittima di un terribile scambio di persona. Secondo i piani una donna, la zia di un giovane pregiudicato del quartiere, avrebbe dovuto mandare un sms ai killer per segnalare l’arrivo del vero bersaglio. I  sicari però non attesero quell’sms e con 14 colpi di pistola freddarono Romano. Un ragazzo innocente che non aveva nulla a che fare con la camorra, che ha avuto solo la sfortuna di trovarsi per caso nel luogo sbagliato, al momento sbagliato. Nonostante i killer avessero una foto presa da facebook dell’uomo al quale avrebbero dovuto sparare il giovane venne confuso lo stesso con la vittima designata dal commando.

I mandanti dell’omicidio e gli altri affiliati coinvolti nel delitto erano stati già arrestati nei mesi scorsi. La vera svolta nelle indagini delle forze dell’ordine si è avuta difatti con l’arresto dei due fratelli Carmine e Gaetano Annunziata diventati collaboratori di giustizia insieme alla madre che conosceva l’identità del vero obiettivo del gruppo di fuoco e con la cattura di uno dei presunti assassini, Giovanni Marino, pentitosi all’indomani dell’arresto. Stando a quanto è stato ricostruito dagli inquirenti sarebbe stato proprio Marino, alla guida dell’auto su cui viaggiava il killer, a credere di aver riconosciuto l’uomo dei girati e ad aver incoraggiato il complice a sparare prima dell’arrivo dell’sms.