La Cena dei Sindaci Solidali al nuovo magazzino del Banco Alimentare

Venerdì 27 giugno – ore 19.30
Piazza Don Luigi Giussani – Mercato San Severino (Sa)

Saranno circa 180 i sindaci che parteciperanno Venerdì 27 giugno dalle ore 19.30 al tradizionale appuntamento della CENA DEI SINDACI SOLIDALI organizzata dal Banco Alimentare nella nuova sede operativa regionale della Campania. Una serata insieme per il bene comune.

Saranno presenti Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, S.E. Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno, Campagna, Acerno e numerose autorità militari e civili della regione.

Il tradizionale appuntamento con gli amministratori locali, provinciali e regionali sarà l’occasione per presentare la più grande piattaforma logistica della Rete Banco Alimentare in Italia con 8000mq di magazzino, 900m3 di celle frigo positive e negative, uffici ed un importante auditorium.
Una struttura moderna e funzionale che permetterà di migliorare ulteriormente il prezioso servizio del Banco Alimentare a sostegno delle persone in difficoltà.

Sono 183 i Comuni della Campania direttamente convenzionati con il Banco Alimentare per la distribuzione mensile dei pacchi alimentari. Circa 400 sono le convenzioni con Caritas, parrocchie, mense per i poveri, banchi di solidarietà, centri di ascolto, associazioni ed enti del terzo settore che permettono un aiuto concreto a 235.164 persone bisognose della nostra regione.

Il Banco Alimentare Campania nel 2024 ha distribuito 10.164.606 Kg di cibo
per un valore commerciale di € 29.484.160.

«Cresce di anno in anno – dichiara Roberto Tuorto, Direttore Generale del Banco Alimentare Campania – la positiva collaborazione con la Regione Campania e tante amministrazioni comunali. L’aiuto alimentare è un segno concreto di vicinanza e speranza alle persone in un momento in cui è diventato un problema anche fare la spesa. Come ha ricordato Papa Leone XIV “la povertà ha cause strutturali che devono essere affrontate e rimosse ma, mentre ciò avviene, tutti siamo chiamati a creare nuovi segni di speranza”. Non facciamo mero assistenzialismo ma, attraverso un segno concreto come il cibo, alimentiamo speranze».