Addio Granada, paese di mille toreri

Addio Granada, erano queste le parole della famosa canzone di Claudio Villa. E addio Europa, perché stasera sfuma anche l’obiettivo Europa League. Il Napoli vince 2-1 allo Stadio Maradona ed è eliminato dalla competizione, poiché all’Estadio Los Carmenes il Granada si è imposto per 2-0.

Con Mertens in panchina non al 100%, Gattuso propone un 3-5-2, con Politano ed Insigne punte. A centrocampo ci sono Elmas e Di Lorenzo esterni. In fase difensiva i due scalano in difesa e si trasformano in terzini. Elmas terzino non è, ed infatti il Napoli subisce il gol del pareggio, e della condanna, proprio dalla sua fascia: Foulquier crossa, ma il macedone non si oppone. La palla arriva sulla testa di Montoro che, tra ben due difensori, segna indisturbato.

Nel secondo tempo Ghoulam sostituisce Elmas, ormai jolly di questo Napoli. L’algerino è, incredibilmente, il più propositivo in casa Napoli. Incredibilmente, sì, perché non gioca mai. Oltre a pressare la difesa spagnola, inventa cross, rimesse laterali e rischia di segnare a pochi minuti dalla fine. La domanda sorge spontanea: perché Ghoulam non gioca mai?

Al 59esimo segna Fabian dopo aver ricevuto da Insigne: un’azione veloce, in verticale, porta lo spagnolo a tu per tu col portiere: 2-1. Un minuto dopo entra Mertens che sembra in perfetta forma, ma oltre ai primi due tiri pericolosi, il belga non aiuta mai la manovra d’attacco.

Il Napoli nel secondo tempo propone un gioco super offensivo, divertente, ma è vero anche che il Granada deve difendere il risultato e si chiude nella propria metà di campo. 16 tiri, 70% di possesso palla e 220 passaggi effettuati in più della nona in classifica in Liga. I primi 45 minuti, invece, sono stati sprecati. Il tre di difesa non funzionò contro l’Atalanta (se non per non subire gol) né ha funzionato stasera in Europa League. Bakayoko non ha i tempi di chi detta un gioco dinamico: spesso addormenta la manovra; Fabian è distratto, mentre Zielinski mostra sprazzi di grande qualità. Si esce dalla competizione più snobbata degli ultimi anni. C’è amarezza, ma non ci si poteva aspettare meglio.

Salvatore Esposito