‘’Ultras’’ oltre il calcio

Nella mia mente ci sono due colori, son due colori che a me fanno soffrire, nella mia mente un ideale e nel mio cuore Napoli. Cosi recita un vecchio coro della curva partenopea, cosi cantano i tifosi Azzurri al San Paolo, il calcio è gioia e sofferenza per chi segue il calcio con passione, ma non per questi ragazzi, per loro è pura ossessione.  ALLERTA SPOILER…

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Francesco Lettieri regista partenopeo, già famoso per aver diretto i video musicali di Calcutta e Liberato, si diletta per la prima volta in lungometraggio firmato Netflix. ‘’Ultras’’ ha come protagonista, l’esempio vivente che il teatro e la recitazione, hanno una funzione sociale essenziale, soprattutto in una città come Napoli. ‘’Sandro’’ detto ‘’O moican’’ è infatti interpretato da ‘’Aniello Arena’’ ex camorrista, ormai attore professionista. Non si tratta di un documentario su un vero gruppo ultras, bensì un racconto romanzato, che si articola intorno alla figura del protagonista dove: Daspo, striscioni, fumogeni, spinelli, stadi e infine gli ‘’Apache’’ non sono altro che una semplice cornice, che inquadra la volontà del regista di raccontare, lo storytelling di ‘’Sandro’’. ‘’O moican’’ fa dunque parte degli ‘’Apache’’ divisi internamente tra i più giovani della curva e gli anziani fondatori detentori del Daspo. Il regista sceglie di mostrare la divisione trai gruppi attraverso una metafora mediale ben costruita e latente, usando per ben due volte lo scontro generazionale. La prima volta, quando fa preferire la fruizione della partita di calcio, da parte dei più anziani attraverso il medium radiofonico, mentre per quanto riguarda i giovani la scelta cade ovviamente sulla più convenzionale televisione nel circolo ricreativo. Lettieri non perde occasione, di rinnovare per la seconda volta la sfida tra le due generazioni, anche sul piano musicale. Facendo cantare ai più anziani ‘’te voglio bene assaje’’, in una scena, e nell’inquadratura successiva riprendendo i ragazzi nel rione sulle note di Liberato con ‘’tu t’e scurdat’ e me’’. In questa diatriba ‘’Angelo’’, ragazzo della curva ma molto legato a ‘’Sandro’’, si ritroverà proprio nel mezzo. Sandro cercherà in tutti i modi di tenerlo fuori dai guai. Perderà di vista l’obbiettivo quando una donna entrerà a far parte della sua vita, al “Moicano” inoltre verrà a mancare un valore fondamentale per difendere le persone a cui si tiene, il coraggio. Non quello che serve per fracassare un cranio o per prendersi una coltellata a quelli sono buoni tutti, quello dei veri uomini. Il coraggio che ti fa decidere di cambiare vita, che ti fa dire ‘’no’’, alle cose sbagliate, alle quali per anni hai detto ‘’si’’. Dopo una vita passata nell’ombra dell’odio, ‘’Sandro’’, morirà amando. È questo il paradosso con cui ‘’Ultras’’, ci accompagna ai titoli di coda, mentre ancora una volta, frame dopo frame, Napoli con i suoi borghi marittimi, ci fa sognare e sperare che del buono ci sia in tutti.

Giuseppe Mugnano