Riprendiamoci la Rai Napoli: piu’ diritti e informazione di qualità

Il servizio pubblico radiotelevisivo nazionale da anni vive un momento di forte crisi. I dipendenti della Rai di Napoli, che   si riuniranno  per parlare di qualità e diritti  del servizio pubblico, mercoledì 7 dicembre 2011 nella Sala dei baroni al Maschio Angioino, rivendicheranno con forza il diritto-dovere civile e professionale di opporsi all’esproprio di una risorsa essenziale allo sviluppo della vita democratica. Giorno dopo giorno, purtroppo, attraverso una continua disinformazione e mistificazione delle notizie e una programmazione colpevolmente e cinicamente sempre più banale e scadente, si stanno regalando solo vantaggi alla concorrenza delle TV commerciali. Il servizio pubblico radiotelevisivo, da considerarsi basilare, ovvero al pari di altri beni primari che uno Stato deve garantire come l’acqua, l’elettricità, i trasporti, la salute, l’istruzione, dovrebbe offrire ad ogni “abbonato” la massima qualità in termini di informazione e palinsesto. Ogni condizionamento di gestione, tendenza ad inseguire questa o quella corrente politica, partitica o di gruppi di potere economico, annienta totalmente la funzione “pubblica”  d’ una televisione che, di fatto, dovrebbe essere, in termini di informazione, la voce di tutti.

Di fronte all’attuale degenerazione dell’idea di servizio pubblico cui assistiamo, oramai da anni, attraverso la progressiva mortificazione della Rai, non solo a livello nazionale ma anche regionale, i giornalisti della sede di Napoli della Rai si appellano a tutte le forze vitali della società civile, della cultura, dell’associazionismo, del mondo politico-istituzionale, e le invitano a mobilitarsi in difesa della più grande azienda culturale ed editoriale del Paese.

Se vuoi aiutare l’informazione libera, indipendente e soprattutto aperta a tutti, lascia il tuo contributo, firma nel sito – http://www.riprendiamocilarai.it/manifesto – e sottoscrivi il tuo sostegno! “L’informazione è come l’acqua, deve essere di tutti”
Vogliamo un servizio pubblico radiotelevisivo che:
•garantisca il diritto fondamentale all’informazione e alla cultura, che persegua gli interessi dell’intera collettività, e non quelli di una parte;
•parli di un’Italia vera, fatta di uomini e donne che ogni giorno si impegnano nella famiglia, nel lavoro, nella scuola; che racconti i fatti senza enfatizzarli e non dia spazio alla morbosità di chi sta seduto a guardare;
•creda nell’intelligenza del pubblico, nella sua capacità di riconoscere e premiare sempre la qualità di ciò che viene offerto;
•abbia lo sguardo aperto sul mondo e una conoscenza approfondita dell’Italia delle regioni e delle città; che sappia cogliere e interpretare i segnali del cambiamento e farsi carico dei problemi della convivenza e dell’integrazione;
•dia strumenti per comprendere e non abbia mai paura di mettere a confronto idee e valori; che favorisca il dialogo tra le generazioni;
•sia fondato su una legge che nella scelta dei vertici dell’azienda dia più spazio alla società civile e impedisca le spartizioni dei partiti;
•abbia giornalisti, autori, programmisti “con la schiena dritta”, che raccontino i fatti con parole proprie, mai sotto dettatura di altri, consapevoli di dover rendere conto a tutti, oltre che alla propria coscienza;
•sappia sviluppare modelli editoriali originali e propri, senza inseguire le logiche della tv commerciale;sia laboratorio di sperimentazione e di innovazione nelle nuove e diverse forme di comunicazione.
•Un servizio pubblico gestito senza sprechi, che possa contare su risorse certe e adeguate ai compiti che deve assolvere.
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