Renzi e Bersani match epico per le primarie: ottime le percentuali di votanti, si contano oltre 200 mila presenze

Sono Matteo Renzi e Pierluigi Bersani, come da pronostico, i due candidati del centro sinistra arrivati al ballottaggio. Confermato il successo di partecipazione per le primarie del centrosinistra; hanno votato infatti oltre 3 milioni di persone anche se al sud, in linea con i dati delle elezioni siciliane, c’è stato un calo di affluenza. Le stime parlano di circa 200.000 votanti in tutta la Regione. I dati ancora “ufficiosi” del comitato organizzativo, gli ultimi aggiornamenti risalgono alle 2,25 del mattino, attribuiscono a Bersani il 44,9%, a Renzi il 35,5% e il terzo posto a Nichi Vendola con il 15,21% delle preferenze. Ma il team del primo cittadino di Firenze non la pensa così e scoppia una nuova polemica. Il divario tra i primi due competitor non sarebbe di 9 punti ma di soli 5 punti. “L’unico modo per fugare i dubbi – ha affermato Nicola Danti, del Comitato nazionale di Matteo Renzi – è che vengano pubblicati online sul sito ufficiale della coalizione Italia Bene Comune tutti i verbali dei nove mila seggi”.

“Secondo i dati acquisiti dai nostri rappresentanti di lista siamo al 39%. Tre punti in più o in meno non sposta il senso di ciò che è accaduto, ma è giusto fare chiarezza: ogni voto conta”, ha sottolineato il primo cittadino di Firenze subito dopo lo spoglio. I dati definitivi però si avranno soltanto dopo le 18.00. Nonostante non abbia vinto al primo turno, Bersani si ritiene comunque molto soddisfatto e crede di poter bissare la vittoria anche domenica 2 dicembre. “La certezza è che si riparte da zero a zero, e ripartendo da zero a zero ce la giochiamo fino all’ultimo”, tuona Matteo Renzi, convinto di poter strappare la vittoria al segretario nazionale del Partito Democratico.

Facendo un’analisi accurata del voto nel capoluogo campano emerge uno scenario diverso da quello nazionale: la Campania ha premiato Bersani, con oltre il 50% delle preferenze ma nella città di Napoli al secondo posto c’è il governatore della Puglia Nichi Vendola, e non Matteo Renzi. In alcuni seggi del centro storico, tra cui Scampia, il leader di Sel è risultato addirittura in testa. Renzi invece ha vinto nei seggi di Posillipo e Chiaia, e in provincia ha fatto braccio di ferro con Vendola, anche a Pomigliano. Il risultato positivo di Pierluigi Bersani si è esteso dunque in tutta la regione, toccando in alcuni comuni il primato dell’85%. Anche a Caserta, Salerno, in Irpinia e nel Sannio gli elettori hanno scelto il leader del Pd. Sulla scorta dei minimi seggi scrutinati, a Salerno città sarebbe quasi un plebiscito per Bersani. Non è di certo una sconfitta quella del sindaco di Firenze che pure ha conquistato molti comuni lavorando per mesi senza l’appoggio della dirigenza del Pd, schieratasi apertamente a favore del segretario. A conti fatti quindi nessuna sorpresa, le previsioni della vigilia sono state confermate; del resto tutti i parlamentari e consiglieri regionali del Partito si erano già schierati contro Matteo Renzi. Accusato di chiedere i voti al centro destra, il rottamatore al contrario ha espugnato le principali roccaforti comuniste.

Arrivati al giro di boa, al ballottaggio di domenica, il 15% di Vendola potrebbe realmente fare la differenza.  È così scontato il suo endorsement nei confronti di Bersani? Del resto il segretario del Pd aveva dichiarato che in caso di ballottaggio tra Renzi e Vendola, per rispetto al suo partito, avrebbe votato per il sindaco. “Bersani se li deve conquistare i voti che sono venuti a me nel primo turno. In questa settimana ascolteremo con attenzione quello che avranno da dire”, è quello che ha dichiarato Nichi Vendola. Il leader di Sel, che ancora oggi non si sbilancia, potrebbe dunque mischiare le carte in tavola.