XIII° Memorial Filippo Calvino

Domenica 29 gennaio diverse centinaia di nuotatori hanno partecipato, alla Piscina Scandone di Napoli, alle gare che hanno ricordato il Prof. FILIPPO CALVINO insegnante di nuoto per diverse generazioni di atleti e storico dirigente della UISP prematuramente scomparso circa 14 anni.

Il Memorial ha previsto due categorie di nuotatori che hanno espresso il loro sano spirito agonistico: juniores e master, nelle varie specialità di stili nelle diverse distanze codificate.

La manifestazione è iniziata intorno alle ore 8,00 e si è protratta oltre le previste 14,00. Ha visto la partecipazione di un paio di decine di società sportive, provenienti principalmente dalla Regione Campania e quelle limitrofe.

Prima della pandemia da Covid 19, erano oltre 1200 i nuotatori partecipanti ai Memorial annuali, il minor numero attuale evidenzia la regressione quantitativa che il settore del nuoto sta mostrando. Cause principali sono l’atavica carenza delle strutture pubbliche, la crisi economica e l’incremento incontrollato dei costi di gestione degli impianti. Come riscontrabile non è unicamente il costo dell’energia a rendere instabili i bilanci della gestione degli impianti, ma anche la mancata crescita del potere di acquisto delle famiglie italiane degli ultimi decenni, diversamente dagli altri Paesi dell’U.E., che sono costrette a tagliare i costi non immediatamente indispensabili, come quelli per garantire l’attività motoria e sportiva ai loro componenti. Nei riguardi dei giovani si produce un danno notevole il cui risvolto, altamente negativo, inciderà sul loro equilibro psico-fisico e sullo sviluppo armonico.

Infatti, come è noto da tempo, l’attività sportiva regola lo sviluppo omogeneo dei giovani e degli adulti incidendo in maniera determinante sulle categorie economiche, culturali e sociali dell’intera Società. Quest’anno il Memorial ha registrato la partecipazione di un gruppo di ragazzi con disturbi dello spettro autistico della Tma-terapia multi sistemica in acqua, metodo Caputo – Ippolito che consiste in un percorso terapeutico che adopera il moto in acqua come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, per raggiungere gli obiettivi terapeutici, socializzanti e di integrazione tra pari. Il metodo è stato sviluppato nel nostro Paese da due psicologi, Giovanni Caputo e Ippolito Giovanni è ha portato enormi benefici nelle persone colpite e nei loro gruppi familiari. Lunghi applausi di incoraggiamento e sostegno, da parte del pubblico presente, hanno accompagnato le prove di tutti i nuotatori, di tutte le età, partecipanti, in special modo le bracciate degli atleti portatori delle predette diversità.