Mazzarri: “Bologna tappa fondamentale, i tifosi ci aiuteranno. Pandev-Lavezzi? Anche Goran è un top player”

Centottanta minuti separano il Napoli dalla qualificazione ai preliminari di Champions League, due partite che sulla carta potrebbero sembrare semplici ma che in effetti nasconderanno senza dubbio delle insidie perchè – come dice lo scaramantico Mazzarri oramai in versione napoletano – «Nel calcio nessuno ti regala nulla e nessuna partita la si può considerare semplice, figuriamoci una buona squadra come il Bologna che vorrà chiudere al meglio la stagione». 

Ad aprire la conferenza stampa del sabato di vigilia non poteva essere che il discorso Pocho, finito negli ultimi giorni in prima pagina nelle rubriche di calcio mercato, anche se il mister si limita ad analizzare questioni tattiche in vista della partita di domani: «Per me gioca sempre chi sta meglio sia in base ad una valutazione che faccio io vedendo l’impegno e lo stato fisico durante gli allenamenti sia tenendo in considerazione le ultime partite. In base a questi elementi scelgo gli undici da mandare in campo». Lavezzi preservato per la finale di Coppa Italia? «Sono contento di vedere il Pocho dare il massimo in allenamento e che si impegna per poter rientrare e sono convinto che servirà il suo aiuto a partita in corso lui si farà trovare pronto. A Roma per esempio volevo chiuderla proprio con Lavezzi, era la soluzione migliore in quel momento, ma mi sono reso conto che non era ancora al top della condizione. Altri elementi stanno meglio di lui. Bisogna mettersi al servizio della squadra rispettando le scelte, perchè sono finalizzate al risultato. Il Napoli sta crescendo e, anche chi si è sentito in questi anni intoccabile, deve capire che c’è competizione».

Mazzarri è pronto ad una rosa di 18-20 giocatori? «Secondo voi un tecnico può mai essere autolesionista? Se si fanno giocare spesso gli stessi è perchè c’è un motivo. Se uno è al 70% e il sostituto, anche se al top, può dare il 50% allora è chiaro che si va avanti col titolare. Le alternative a volte mi hanno dato insicurezza, alcuni per dei motivi, altri per la giovane età, e per questo spesso ho confermato i titolari rischiando anche infortunati. Pandev, ad esempio, è un top player e lo abbiamo recuperato, poi è stato merito suo quello che ha fatto. Se avessimo avuto un ragazzino giovane il Pocho sarebbe sceso in campo anche al 50%»

Sulla partita dell’Dall’Ara e sulla sfida personale con Pioli il mister taglia corto senza risparmiare nemmeno questa volta frecciatine verso chi critica il suo gioco: «Pioli è un bravo allenatore, ha fatto una grande cavalcata dopo aver capito come schierare il proprio materiale. Il Bologna è una squadra di buon livello con tanti giocatori importanti come Diamanti, Di Vaio, Acquafresca, Mudingayi. Usano anche il nostro stesso modulo e questa è sicuramente una mia soddisfazione in quanto sembrava dovessi cambiare io modulo ed invece tutti mi sono venuti dietro con la difesa a tre. In questo siamo stati i precursori e in tanti adesso ci copiano nonostante ci siano state in passato delle critiche nei nostri confronti». Campagnaro recupera? «Sarà difficile, l’ho provato ieri ma non è ancora pronto per il rientro e sinceramente non vorrei rischiare di perderlo fino alla fine dell’anno. Penso ne faremo a meno, poi valuteremo la situazione col Siena. Vedremo come schierarci domani, Grava non è ancora al top, può aiutarci al massimo a partita in corso. Credo si partirà con Britos, Aronica e Cannavaro spostato sulla destra. Britos è finalmente in forma, dopo veramente tanti problemi».

Due sfide, dunque, e poi sarà solo champions e finale di coppa, ma questo Mazzarri lo sa bene anche se preferisce non parlarne mostrando anche un pizzico di scaramanzia: «Al momento mi sembra che sia l’Udinese la favorita per il terzo posto perchè  noi affrontiamo la rivelazione del campionato e, arrivati a questo punto, ci sono pochi margini di recupero in caso di passi falsi. Prima di parlare di obiettivi bisogna prima far parlare il campo quindi arriviamoci prima ai traguardi, domani ci giochiamo tutto il campionato e quello che per il momento mi interessa e che non dobbiamo ripetere gli errori visti in alcune gare perchè, ripeto, se si sbaglia domani c’è pochissimo margine per recuperare. Bisognerebbe poi vedere i risultati degli altri e sperare in passi falsi ma a me non è mai piaciuto guardare gli altri, quindi vinciamo noi queste due partite senza fare calcoli». Quanto è diventato napoletano Mazzarri? «Con i napoletani c’è stata intesa dall’inizio, sin dalla prima partita proprio col Bologna al San Paolo. Caratterialmente mi avvicino molto a voi. Si percepisce, la gente me lo dice, non c’è bisogno di di ricordarlo. Mi attacco a tutto per poter vincere, ma spesso c’è l’imponderabile e quindi credo anche alla scaramanzia. Come si dice non è vero, ma ci credo. Sono cose però marginali, al primo posto viene l’applicazione nel lavoro. Da lì dipende molto del risultato. Per quanto riguarda i nostri straordinari tifosi sono contentissimo che domani risponderanno all’appello lanciato dalla società anche se sono sicuro che sarebbero venuti a sostenerci comunque. Abbiamo bisogno del loro sostegno e incitamento per avere la sensazione di giocare in casa questa importantissima partita».

Infine, impossibile non parlare del caso Rossi: «Sono dalla parte di Rossi. In questa epoca non ci sono più i valori di una volta, in campo entra uno spaccato di una società. Io, ai miei tempi, diventavo rosso di fronte all’allenatore mentre oggi si sentono tutti autorizzati a rispondere e spesso il tecnico non è tutelato. Lo svantaggio alla fine è della società. Bisognerebbe fare qualcosa di concreto, tutte le società si dovrebbero unire per trovare una strategia comune per arginare questo fenomeno. In Inghilterra avevano problemi con le tifoserie violente, si son seduti ad un tavolo e trovato la soluzione per debellare quel problema. Anche se si tratta di fenomeni diversi anche in questo caso si dovrebbero adottare sia provvedimenti disciplinari che economici contro i calciatori che si macchiano di episodi che non solo mettono in difficoltà allenatori e società ma soprattutto evidenziando una mancanza di rispetto verso il calciatore che sta entrando in campo al posto di quello sostituito».