Il Napoli si spegne alle prime difficoltà, ecco alcuni numeri

Il Napoli è una squadra che prepara le partite in maniera meticolosa, che si sofferma sui minimi dettagli durante gli allenamenti settimanali. Se l’avversaria si presenta in campo come quella studiata, allora è facile segnargli 3,4 gol. Può sembrare un ragionamento banale, ma non lo è. I risultati del Napoli, in questa stagione, sono altalenanti. Possiamo affermare che o si vince 4-0 o si perde subendo almeno due gol. Com’è possibile che si verifichi un dato del genere ad una delle migliori difese della Serie A?

Alle prime difficoltà gli uomini di Gattuso crollano, perdono il senno, si scoraggiano come se nulla fosse più recuperabile. Ecco alcuni numeri:

In Serie A

Contro Parma, Genoa, Atalanta, Bologna, Roma, Crotone, Cagliari e Fiorentina, il Napoli segna 31 gol e ne subisce 2. Cosa accomuna queste gare? Gli azzurri non vanno mai in svantaggio. Una media di 3,87 reti effettuate a partita.

Nelle sfide contro Sassuolo (0-2), Milan (1-3), Inter (1-0) e Lazio (2-0), gli uomini di Gattuso ne escono sconfitti. 8 gol subiti e 1 fatto. Cosa accomuna invece queste gare? Il Napoli non passa mai in vantaggio.

Contro l’Hellas Lozano segna dopo 10 secondi, poi bene Napoli per 20 minuti. Gli azzurri non chiudono la gara e al 34esimo Dimarco trova il pareggio. Da lì è blackout: 3-1 e sconfitta per il Napoli. Anche qui non reagiscono.

Col Torino al Maradona, una magia di Insigne permette al Napoli di trovare il pareggio negli ultimi minuti. Tramortita dal gol al 56’ da Izzo, gli azzurri non rispondono più. Con l’Udinese al Friuli il discorso è simile, gli azzurri partono bene, ma il pasticcio di Rrahmani spaventa l’intera squadra. Rischia di subire il gol del 2-1 ma per fortuna Meret si fa trovare pronto. Al 90esimo Bakayoko trova il gol vittoria.

Tralasciando la prova contro lo Spezia, figlia della sfortuna, in cui il Napoli tirò 27 volte segnando un solo gol, gli uomini di Gattuso mostrano le unghie e i denti esclusivamente in due partite, nelle sfide contro Samp e Benevento, quando andò in svantaggio e recuperò vincendole entrambe per 1-2.

In Europa League

In Europa League il discorso è identico. Il Napoli vince una sola partita ribaltando il risultato, grazie però ad un autogol di un calciatore del Rijeka. Al ritorno 2-0 secco per gli azzurri.

Con l’AZ, in casa, perde 0-1 e non reagisce, mentre in Olanda segna l’1-0 e dopo l’1-1 i calciatori entrano in una bolla, rischiando di perdere con un rigore contro, poi fallito, da Koopmeiners.

Contro il Real Sociedad 0-1 in Spagna (quindi senza subire gol) e pareggia 1-1 a Napoli, passando in vantaggio e non reagendo sul pareggio.

Il discorso è abbastanza chiaro. La qualità c’è, la concentrazione meno. Se il Napoli non è baciato dalla fortuna (perché ogni tanto serve un po’ di fortuna), allora manda tutto all’aria, i calciatori si innervosiscono e si mandano a quel paese. Non vi è spirito di sacrificio nei momenti di difficoltà, né voglia di incoraggiare un compagno se cade in errore. È questo il veleno che secondo Gattuso manca? Se ci fosse una figura leader in campo, e nello spogliatoio, le cose andrebbero in maniera diversa?

Salvatore Esposito