Paparesta: ” Evitiamo polemiche e tesi complottistiche. Andiamo al VAR”

Gianluca Paparesta, ex arbitro, è intervenuto in diretta a “Donne nel Pallone – Speciale “Bar Sandomingo”, programma di Sonia Sodano in onda su Radio Onda Sport.

Challenge degli allenatori? Tutto quello che può eliminare le polemiche in un contesto in cui ce ne sono già tante, è sempre una cosa positiva. Con questo challenge si dà la possibilità agli allenatori, per una o due volte, di verificare qualcosa che è sfuggito agli arbitri e al VAR. Questo in realtà esiste già, c’è un arbitro presente davanti agli schermi che analizza ogni situazione, di conseguenza questa possibilità da parte dell’allenatore sarebbe superflua. Però, visto che molte volte gli arbitri sono restii ad andare a controllare quello che è accaduto, questa challenge può spronare gli stessi a fare un check.

Il fallo di mano? Tutti gli arbitri sono in difficoltà, bisogna fare chiarezza su quello che è il protocollo e dare spiegazioni univoche su determinati episodi. C’è una chiusura da parte dell’Associazione Italiana Arbitri nel non voler dare chiarimenti, spiegare gli episodi e, magari ammettere delle colpe se ci sono, c’è un mutismo che porta solamente ad una libera interpretazione e causa ancora più polemiche di quelle che già si creano normalmente.

Un esempio tra tutti? Lunghi dibattiti su vari episodi di rigore, per esempio, alcuni dicevano che bisognava dare il penalty alla Juve nella partita di Coppa Italia contro il Milan, altri invece no, o ancora, in campionato, nella partita Cagliari – Brescia, l’episodio del fallo di mano concesso a quest’ultima. Pur essendo addetto ai lavori io non saprei dire se quello era rigore o meno, anche perché non sappiamo quali sono le direttiva date agli arbitri. C’è una totale assenza di comunicazione da parte dell’AIA e una certa incoerenza tra i vari episodi accaduti fino ad ora.

Siamo nell’era dei social, della comunicazione super sviluppata, mi chiedo, quindi, perché non essere chiari? Neanche gli arbitri sanno cosa fare, speriamo che qualcosa cambi così da evitare polemiche e tesi complottistiche.

 

Massimiliano Zumi