Napoli centro antico: criminalità incontrastata, assenza delle istituzioni, degrado. Il territorio si ribella!

Il centro antico di Napoli si ribella al degrado e chiede l’intervento delle istituzioni

Un coro uniforme quello del Decumano Del Mare, il “decumano promesso” che da anni aspetta la sua rinascita e che invece sta lentamente degenerando in una dinamica triste e di abbandono, meta di spaccio, abusivismo, violenza, sporcizia, assenza di regole e svendita di alcool. Da luogo artistico e culturale a polo della movida, quella di bassa qualità. 


Le voci della parrocchia di San Giovanni Maggiore e del giovane e sempre attivo Don Salvatore Giuliano si uniscono a quelle dell’associazione Artèteka, storica realtà che lotta per la rivalutazione dell’area con il presidente, Fabrizio Caliendo, che lanciò l’idea e il progetto del “Decumano del Mare”. E ancora l’ associazione “Vivi Banchi Nuovi” che ha da poco curato un importante azione di regreen urbano. C’è anche Raffale Paura dello spazio sociale “Santa Fede Liberata“.

A dar forza alla denuncia residenti, commercianti e associazioni dell’area, proprio a raccontare che esiste un quartiere unito che collabora e desidera proteggere e trasformare la propria casa. Una collettività che si è stretta in un abbraccio, ma che nel quotidiano fatica a resistere, vivendo grandi momenti di sconforto. 


La medesima denuncia ebbe luogo lo scorso anno, il 17 gennaio, in occasione della benedizione del sacro fuoco e degli animali, il cui patrono è proprio Sant’Antonio. La situazione è paradossalmente peggiorata, raccontano gli intervistati. Quindi oggi si ribellano con più forza, puntando il dito sulle istituzioni tutte che non hanno dato ascolto al territorio, alle richieste e alle denunce, e sono incapaci di dialogare tra loro e porre dei correttivi per arginare la situazione per dare valore a quella comunità che invece sta da anni provando a reagire. 


“Serve un presidio fisso di forze dell’ordine” afferma Don Salvatore. Mentre Fabrizio Caliendo rompe il patto istituzionale dimettendosi dalla carica di coordinatore per il territorio del progetto “Decumano del Mare”.  “I risultati sono imbarazzanti e il tavolo per lo sviluppo si è rivelato essere una perdita di tempo, mettendo in imbarazzo tutti, soprattutto perché qui esiste una reale sinergia tra le realtà, un esempio cittadino davvero unico e non gli si da valore alcuno.  

“Le istituzioni non ascoltano la voce dei cittadini” rimarca Raffaele Paura. Insomma, sembra che un’intera area del centro antico si sia scollata dall’indifferenza e dalla rassegnazione e abbia deciso di combattere contro la deriva che sta mortificando le vite di tutti quelli che abitano qui, per prima cosa denunciando proprio le istituzioni e le loro responsabilità. 


“il Decumano del Mare”

Una volta il mare bagnava la città antica sino a  via “Sedile di Porto” che era una spiaggia.  Il primo decumano che si incontrava, risalendo scale e viuzze dal mare, era quello che accoglieva la Basilica di San Giovanni Maggiore, Largo Banchi Nuovi, Santa Maria la Nova. Il progetto “Decumano del Mare” nasce nel 2011 per far conoscere una delle strade più belle e ricche di arte e storia di Napoli. In pieno centro antico, a sud del decumano maggiore, esiste un tesoro inestimabile, il Decumano del Mare.