C’era una volta il Napoli, c’era una volta il San Paolo

Sembra il titolo di un film gangster candidato agli Oscar, e tutti i tifosi vorrebbero fosse così. C’era una volta il Napoli, sì, perché qualche anno fa era la squadra più divertente d’Italia, e forse d’Europa. C’era una volta il San Paolo, quello stadio che faceva tremare le gambe anche ai più forti del mondo, costretti a giocare 12 contro 11. Oggi vi è il teatro, con gli spettatori in silenzio e sul palco uno spettacolo drammatico. Gli attori hanno perso lucidità e voglia di recitare, i tifosi, invece, la forza di cantare.

La bolgia di Fuorigrotta permetteva agli azzurri di partire già sull’1-0. Il tifo napoletano si avvicinava a quello sudamericano, dove la domenica si tifa e si battono le mani il tamburo. Altro che quel bell’inferno, il Napoli è nel limbo del purgatorio, e sembra non uscirne più.

La spinta del San Paolo, importantissima per la città partenopea, sembra solo un lontano ricordo. Questo Napoli non fa paura a nessuno, e le squadre di Serie A vengono a fare picnic sul campo da gioco.

Solita questione regista, che il Napoli doveva acquistare già prima dell’inizio del mercato per recuperare il recuperabile, e che Invece, al 6 gennaio, non si sa neanche il nome.

Vorremmo fosse teatro, e quindi finzione. Vorremmo non parlare più delle brutte prestazioni. Vorremmo tornare a divertirci e raccontare agli amici le giocate più belle della domenica.

Salvatore Esposito