Carlo Ancelotti : “Qui ci sarà da soffrire, altrimenti viviamo un altro sport”

Dopo la vittoria allo stadio San Paolo contro il Liverpool, gli azzurri sono impegnati in Belgio in vista della partita contro il Genk di domani sera.

In conferenza stampa, sono state queste le parole di Carlo Ancelotti:

Cosa deve fare il Napoli per farmi passare l’arrabbiatura? Il mio stato d’animo non lo conosce nessuno. Mi dispiace per voi, ma non è molto leggibile: il Napoli sa cosa deve fare, che deve dare il massimo. Se parlate con i giocatori scoprite che non sono arrabbiato. Si è parlato tanto del finale con il Brescia, bisogna essere critici, ma non troppo. Io guardo 1000 partite a settimana, non vedo tutto questo calcio champagne in tutte le partite, tutte soffrono.

Su Dries Mertens:

 “In questo momento sta facendo davvero bene, sta lavorando duro e sta segnando: spero per lui che raggiunga questo traguardo, è importante per la storia del Napoli”. 

“Io ho una grandissima considerazione di questa squadra e di questi giocatori, le volte che sono pienamente soddisfatto sono poche. Conoscendo il valore della squadra e considerando quello che può fare, diventa difficile per me essere pienamente soddisfatto. Si cerca sempre il massimo, secondo me stiamo lavorando bene ma possiamo e dobbiamo fare molto meglio”.

 Sulla partita contro il Genk

“Se pensiamo che domani non ci sia da soffrire andiamo in contro a brutte figure. Qui ci sarà da soffrire, altrimenti viviamo un altro sport: il calcio è questo. E paradossalmente la squadra mi è piaciuta di più quando ho sofferto. Quando vedo la squadra dentro l’area nostra forse è il momento in cui mi sento più tranquillo, può sembrare paradossale ma quando stiamo nel fortino sono tranquillo”. 

Il mister ci ha parlato anche delle condizioni di Milik:

 “Milik non è una questione, è un giocatore che è stato in ritardo rispetto ad altri perché doveva risolvere un problema fisico. Ora sta bene, non ha bisogno di essere lanciato o di uno slancio. Se gioca darà il suo contributo come gli altri”. 

 In conclusione ha dichiarato:

“Strigliata alla squadra? Strigliata non mi piace come termine, si strigliano gli asini. Qui ci sono giocatori, persone. Abbiamo fatto una valutazione sulle cose che sono andate bene, per esempio la qualità del gioco e l’impegno; e su quelle che non sono andate bene, come un atteggiamento remissivo nel secondo tempo. Sono valutazioni che faccio sempre, poi farle con la voce alta o bassa sono dettagli, parlare di strigliata mi pare eccessivo”

Emanuela Leone