Natale e tradizione: “La cantata dei Pastori” di Beppe Barra

Come una sacra tradizione, si ripete da quarant’anni: “La Cantata dei Pastori” è sinonimo di Peppe Barra. Quarant’anni di reinterpretazioni e musiche nuove. Ispirato liberamente all’opera sacra religiosa di Andrea Perrucci(la prima edizione fu pubblicata nel 1698, con lo pseudonimo di Ruggiero Casimiro Ugone), verrà messa in scena dal venti dicembre al sei gennaio al Teatro Politeama a Monte di Dio. La cantata è il racconto del travagliato viaggio verso il censimento di Betlemme e la narrazione di tutti gli ostacoli prima di trovare rifugio nella grotta di Betlemme. Ad accompagnare Maria e Giuseppe, due personaggi: Ranzullo(interpretato da Peppe Barra) scrivano addetto al censimento e Sarchiapone(interpretato da una grande Rosalia Porcaro), un barbiere pazzo in fuga perché colpevole di omicidio.

La Cantata, come la conosciamo oggi, è frutto di sovrapposizioni religiose, pagane e di superstizione popolare, sviscerata del tutto dall’estetica e dal senso religioso appartenente al testo originario.

In principio infatti, nasceva per contrastare la commedia dell’arte del VII secolo, considerata volgare e profana, cosi come l’obiettivo del testo era di dare dimostrazione del Bene che vince sul Male.

Con la regia dello stesso Peppe Barra e le musiche di Nino Cannavaciuolo(eccetto la canzone di Renzullo, scritta da Roberto De Simone), l’appuntamento è fino al 6 gennaio, per l’ennesima reinterpretazione magica di uno spettacolo imperdibile.