Leanza cita Dalí, Palahniuk e la Tour Eiffel capovolta: la dimensione alla rovescia di “Jet lag”

La fuga dalla dimensione interiore per riprendersi l’immagine; una fuga, o meglio un loop fatto di ansie e disperazione, una corsa verso lo specchio. Diego Leanza torna con un nuovo video, “Jet lag” e ci racconta delle pressioni e dell’inadeguatezza a cui si sottopone l’uomo moderno. Lo fa con il linguaggio che più lo contraddistingue, il rock arrabbiato, ricco di riferimenti e ruvido sostegno per il messaggio che deve lanciare.
Il video, quarto singolo estratto dall’album “La stanza dei giocattoli” (Studio8, 2016) è interpretato dall’attore J. Diego Sommaripa, uno degli emergenti più apprezzati della nuova scuola made in Naples.

Magistrale la prova di Sommaripa che in gesti e sguardi riesce a dare la tensione necessaria a sottolineare ogni singola parte del testo e della musica.

Nel brano sono vari e numerosi i riferimenti, a Salvador Dalí di “Persistenza della memoria“, al protagonista di “Fight Club” di Chuck Palahniuk, finanche alla metamorfosi kafkiana. Il dramma del protagonista del video è quello che più può nuocere all’essere moderno, la perdita della propria immagine. E’ il danno principe perché senza il proprio ‘fantasma’, nella società dell’apparenza, tutto viene a mancare, prima l’essenza dell’uomo. Leanza questo ce lo ribadisce anche attraverso un altro concetto, gridato questa volta dalla maglietta che indossa: una Tour Eiffel capovolta. Il messaggio è chiaro, tutto va al rovescio durante questi tempi segnati dalla velocità imperante e dalla fobia di emergere.

Il video di “Jet lag” è stato girato presso la Sala del Lazzaretto del complesso di Santa Maria della Pace di via dei Tribunali e nei locali dell’ex Opg di Materdei. E’ stato realizzato da Davide Aronica e Ciro Russo per la label Studio8.

Ester Veneruso