Teatro del Loto presenta alla Galleria Toledo lo spettacolo “La locandiera o l’arte per vincere”

Ritorna al teatro Galleria Toledo la compagnia del Teatro del Loto, che propone al pubblico napoletano la trasposizione neorealista de “La locandiera” di Carlo Goldoni, per la sapiente regia di Stefano Sabelli. Interpretato da un cast di rigore, tra cui risalta l’ottimo Claudio Botosso, nel ruolo del Cavaliere di Ripafratta. Ulteriori interpreti sono Giorgio Careccia, Andrea Ortis, Alessandra Evengelisti, Eva Sabelli, Diego Florio, Giulio MaroncelliPierdomenico Simone e, nei panni di Mirandolina, Silvia Gallerano, già ospite di Galleria Toledo con lo spettacolo “La Merda – secondo studio sul decalogo del disgusto” (spettacolo vincitore della terza edizione di Stazioni d’Emergenza – Atto III).
Lo spettacolo sarà in scena da giovedì 8 fino a domenica 11 dicembre 2016.

Per le Stagioni 2016/17 e 2017/18 la Compagnia del LOTO di TEATRIMOLISANI presenta una nuova entusiasmante versione del capolavoro goldoniano, qui sottotitolata o l’Arte per Vincere, che ha debuttato in prima nazionale, nell’ambito della 38^ edizione del Festival Asti Teatro.

Silvia Gallerano, l’attrice italiana di teatro più premiata a livello internazionale degli ultimi anni quale straordinaria interprete de La Merda di Cristian Cerasoli, vero successo del nuovo Teatro italiano nel Mondo, veste i panni di una Mirandolina combattuta fra tradizione e femminilità emancipata, secondo questa particolarissima edizione dell’opera di Goldoni curata e diretta da Stefano Sabelli.

La vicenda, originariamente ambientata a Firenze a fine ‘700, viene “traghettata” dal regista molisano nel Delta del Po, in un’atmosfera acquitrinosa anni ’50, ispirata ai racconti di Gianni Celati e Danilo Montaldi, ma vuole soprattutto essere un omaggio a capolavori del nostro Cinema neorealista, come Riso Amaro di De Sancits e Ossessione di Visconti come pure alle più belle commedie di De Sica e al mondo dell’avanspettacolo.

Claudio Botosso, fra i volti più noti del Cinema italiano d’autore – diretto da registi del calibro di Avati, Fellini, Bellocchio, Bozzetto, Luchetti, Risi, Perlini, Schroeter, (Seconda Primavera di Francesco Calogero, di cui è protagonista, è stato sugli schermi in questa stagione) – dà vita, con la sua recitazione intensa e asciutta al Cavaliere di Ripafratta, vero antagonista della protagonista goldoniana.

 

Nella grigia e lacustre ambientazione ideata da Stefano Sabelli, con le belle scene di Lara Carissimi e Michelangelo Tomaro e i costumi di Martina Eschini, conti, marchesi e cavalieri diventano spiantati e alticci melomani, misogini e incalliti giocatori d’azzardo e ruffiani gagà di fiume; balordi, che si arricchiscono e perdono tutto con poco, millantando e spacciando il poco che hanno, come il tesoro segreto e ritrovato nello scrigno riesumato di un pirata dei Balcani, risalito dal mare ai rivoli paludosi.
Al centro della scena, immersa tra giunchiglie e arboree di fiume, su di un girevole, si erge una Locanda-­‐palafitta, che assume le sembianze ora di una nave corsara, che aspetta stancamente il vento in poppa, ora di una casa di frontiera sospesa sull’acqua, con dietro, forse, il precipizio. Il clima da bassa Padania, esotico e fluviale, traina una potente fantasia visionaria, dove la notte scura è illuminata da lucciole e lanterne che scompongono le rispettive sfumature cromatiche sul manto umido del fiume, ispirando, con i loro diversi riflessi, azioni e intenzioni degli attori-­‐ avventori, in un continuo e forsennato caleidoscopio di speranze e sospiri.
Molta è la musica che si ascolta in quest’allestimento. Da radio d’epoca, che mandano in onda mambo latini e standard di Gleen Miller, agli attori che intonano arie operistiche o “evergreen” del Trio Lescano e Rabbagliati. Una musica che genera un clima da varietà e avanspettacolo, sensuale e ibrido, che avvolge la scena che come un carillon si muove a ritmo di swing, di lisci e canzoni, che il suono “live” del fisarmonicista muto, personaggio aggiunto a quelli goldoniani, rende ancor più struggenti ed evocative.

Il ritratto di Mirandolina reso da Silvia Gallerano -­‐ apprezzatissima unanimemente per il suo talento e la sua straordinaria modernità recitativa -­‐ è quello di una donna nuova che, sfruttando la decomposizione della nobiltà, è in grado d’emanciparsi con le sue sole forze e armi femminili. Una Mirandolina capace d’immaginare per sé un futuro nell’ambito di una nuova borghesia imprenditoriale, capace com’è di prendere da sola in mano le redini di un’azienda, come un ex mondina resasi indipendente o una suffragetta alla conquista del suo primo voto elettorale. E Silvia Gallerano corrisponde perfettamente al modello di fascino femminile, capace di rendersi autonomo e scalare classi sociali, concepito dallo stesso Goldoni per il suo più bel ritratto di donna.
Nel finale tutto torna, come la circolarità con cui è stata progettata la scena, come il gioco dei corsi e ricorsi di un girotondo o un carillon in cui è immerso il testo: esaurito il giro di giostra, tutti aspettano che ripassi la chiatta per il cambio e ricambio di habitué ed avventurieri; tutti sono pronti a spegnere e riaccendere le luci di un nuovo varietà…

 

Il bel cast prende poi forza dal vivo talento dei migliori giovani attori molisani, cresciuti negli anni nella Compagnia del Loto, già spesso distintisi e apprezzati in tante importanti produzioni di Cinema e Teatro. Giorgio Careccia, è un seducente e irriverente Conte d’Albafiorita, mix tra gagà e piccolo camorrista; Andrea Ortis, Marchese di Forlipopoli, è un classico ex nobile veneto, spiantato e un po’ alticcio ma con passioni musicali da melomane incallito; Chiara Cavaliere ed Eva Sabelli, nei rispettivi panni di Ortensia e Dejanira, ricalcano, canterine e danzanti, artiste d’Avanspettacolo un po’ sfiorite e demodé; Diego Florio un ruspante e tenace Fabrizio, che fa della sua inadeguatezza la sua forza; Giulio Maroncelli un raffinato Servo, di dubbia sessualità.
Piero Ricci, considerato il più grande suonatore di zampogna al mondo, qui in veste di fisarmonicista, completa con la sua veggente e musicale presenza questa produzione, dove convivono passator cortesi e piccoli bracconieri dediti a facili contrabbandi, attratti da un liscio intonato senza tempo e ritmo, da danzare con prostitute in cerca di clienti da ultima frontiera.

Orario rappresentazioni: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.30 e domenica alle ore 18.

Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34
80134 Napoli

Per info: 081.425037 – galleria.toledo@iol.it – segreteria.galleriatoledo@gmail.com.

Ester Veneruso