Al Teatro Area Nord la compagnia Fattoria Vittadini porta in scena “why are we so f***ing dramatic?”

Sarà “Why are we so f***ing dramatic?” della compagnia milanese Fattoria Vittadini, domani 16 e dopodomani 17 dicembre a chiudere la rassegna di danza della stagione 2015-2016 del Teatro Area Nord (TAN), diretta da Teatri Associati di Napoli, nuovo soggetto che raccoglie l’esperienza e le professionalità di due realtà consolidate del panorama teatrale cittadino, Libera Scena Ensemble e Interno5, dopo l’edizione ‘zero’ dell’anno scorso, divisa tra il palco di Piscinola e lo START. Regia e coreografia Francesca Penzo e Tamar Grosz.

Ogni anno gli scienziati pubblicano la descrizione di circa 17.000 nuove specie animali. Oggi indagheremo una nuova specie: “The young indipendent woman”.
Investigando l’ironia e il dramma di questa creatura, analizzandone le caratteristiche con scientificità e disincanto, rivelando il non – detto e l’ovvio del meraviglioso fenomeno che è l’essere femminile“.
Questo progetto si sviluppa intorno all’identità di genere, è un lavoro creato da due donne, sul loro essere donne nella società contemporanea.
Come in un documentario del National Geographic, a cui il lavoro si ispira nella ricerca, viene offerto al pubblico uno sguardo scientifico e ironico sulle dinamiche di relazione proprie del genere femminile.
Lo sguardo coreografico si è sviluppato attorno ai processi che avvengono ciclicamente all’interno del corpo femminile.
Questi processi sono associati alle fasi del ciclo mestruale, che costruiscono la struttura drammaturgica e sonora del lavoro.
Il ciclo delle performer, di circa 28 giorni , monitorato per la durata di 5 mesi, ha permesso di costruire la colonna vertebrale portante attorno a cui si sono sviluppate le scene .
La voce costantemente presente fuori campo, attraversa le varie fasi del ciclo, invitando lo spettatore ad osservare l’attività di questi due esemplari femminili.

WHY ARE WE SO FUCKING DRAMATIC

Info e prenotazioni: 081.5851096 – liberascena1@gmail.com
Prenotazioni servizio polibus: 3335496507

LA STAGIONE
Dopo il “pezzo di strada insieme“, come recitava il titolo della precedente stagione, è il primo vero anno di attività per Teatri Associati di Napoli; il sodalizio inaugura un triennio di programmazione nell’ambito del progetto di “Residenze multidisciplinari” sostenuto dalla Regione Campania e dal MIBAC. 15 spettacoli, in scena dal 6 novembre al 17 aprile: nelle intenzioni dei due direttori artistici, Hilenia De Falco e Lello Serao, una programmazione che spazia tra danza e nuova drammaturgia, con un’attenzione alle nuove generazioni di artisti, in particolare quelli esclusi dal sostegno istituzionale.
A seguire il 9 e 10 gennaio 2016 c’è “M.E.D.E.A. Big Oil“, opera teatrale in chiave buffonesca divisa in 7 deliri e 21 quadri con cui Terry Paternoster affronta la questione del petrolio in Basilicata. Segue “Lavoro Over 40” che Bruno Tramice trae da “Domanda d’impiego” di Vinaver; a grandissima richiesta torna, il 30 e il 31 gennaio, il monologo “L’uomo nel diluvio” scritto e diretto da Simone Amendola e Valerio Malorni con quest’ultimo in scena. Febbraio: il 13 e 14 in scena “Blue Bukowsky“, di Riccardo Spagnulo per la regia di Licia Lanera, con Vito Signorile, in cui si ipotizza un surreale ritorno del grande scrittore statunitense, mentre il 27 e 28 “Realitaly“, di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che prende spunto dall’omonimo reportage di Mariusz Szczygieł.
Il 5 e 6 marzo “Avana“, per la regia di Niko Mucci, descrive i desideri e gli amori di una vecchia maitresse cubana, poi la discesa “ad inferos” nei bassi napoletani di Enzo Moscato in “Scannasurice“, regia di Carlo Cerciello, il 12 e 13; il 19 e 20 è la volta “Amleto FX“, di e con Gabriele Paolocà, indagine sulla moda, tanto in voga nei nostri tempi, del deprimersi. La chiusura è affidata a Progetto Urt con “The widows blind date“, regia di Juri Ferrini, dal 15 al 17 aprile.

DICHIARAZIONI DEI DIRETTORI ARTISTICI
Lello Serao: “Da quando siamo qui abbiamo lavorato nell’emergenza, sia per l’assenza di chiarezza sull’uso dello spazio da parte delle istituzioni che per lo stato della struttura. Emergenza, infatti, era il titolo delle ultime dieci stagioni. Ma promettemmo che, appena fossimo stati in grado di superare questa incertezza, avremmo lavorato ad una progettualità diversa. Perciò questa stagione si chiama ‘Teatro edificante’ e ha un respiro di tre anni, con molte idee e iniziative“.
Hilenia De Falco: “Come è nostra abitudine, ci cimentiamo in una nuova sfida che si traduce in una progettualità a lungo termine con Libera Scena Ensemble; in uno spazio storico portiamo la nostra competenza organizzativa e l’attenzione alla nuova drammaturgia. Continueremo, così, la nostra opera su due fronti: lo Start, che resta il nostro nucleo di partenza, e oggi il TAN, spazio grande e strutturato, che già ci ha permesso di crescere. Il sottotitolo Confini aperti è legato al luogo, la periferia, e alla diversità di linguaggi delle arti performative“.

Info: www.liberascenaensemble.it

Ester Veneruso