Rapinatori di Ercolano. Borrelli e Simioli: “come è possibile che quei due delinquenti fossero a piede libero?”. I cittadini invocano esecuzioni sommarie per i criminali

Scippi, rapine, furti. In Campania e non solo. C’è questo e altro, nei curricula criminali di Bruno Petrone e Luigi Tedeschi, i due rapinatori uccisi nella mattina del 7 ottobre  dall’uomo che volevano rapinare. Luigi Tedeschi, cinquantunenne del Rione Sanità, risulta essere uno dei rapinatori di banche appartenenti ad una banda che agiva tra Lazio e Campania, il cui referente era Mariano Bacioterracino, ucciso nel 2009 in un bar del Rione Sanità durante un agguato di camorra tesogli per vendicare l’omicidio di Gennaro Moccia, per il quale Bacioterracino era stato accusato e poi assolto.

Tedeschi era già noto alle forze dell’ordine dal 1995, quando, insieme a Bacioterracino ed un’altra persona, venne arrestato con l’accusa di rapina ai danni un’azienda orafa di Arezzo che avrebbe fruttato ai malviventi circa cinquecento milioni di lire. Durante le indagini i tre furono accusati di aver rapinato un’altra azienda dell’aretino, alla quale erano stati sottratti preziosi per circa duecento milioni di lire. Ad incastrare la banda, la conferma che la pistola trovata in loro possesso era la stessa che aveva sparato contro il commerciante nell’ambito di quest’ultima rapina.

Come si può solidarizzare con questi due criminali incalliti? Come è possibile che non fossero in galera o in libertà vigilata? La vicenda di Ercolano – dichiarano il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della Radiazza che sono stati subissati da telefonate di cittadini che invocano lo ‘sterminio totale dei delinquenti’ e dei loro famigliari – sta mostrando uno scenario di impressionante degrado. Una rabbia sociale sia dei delinquenti, che si sentono autorizzati a uccidere perchè abbandonati dalla società, sia da parte delle persone perbene, che oramai invocano uccisioni di massa dei criminali perchè esasperate. Da questo punto di vista, la moglie di uno dei due malviventi fornisce spunti di riflessione molto seri. In preda alla disperazione, appena giunta sul luogo della rapina, rivolge tutta la sua rabbia contro il gioielliere e poi si lancia in un attacco frontale allo Stato incredibilmente sorprendente. La signora si proclama indignata per i vitalizi ai parlamentari, accusa i politici di essere tutti ‘mariuoli’, dichiara di vergognarsi di essere italiana. Inevitabile scatta una considerazione: negli ultimi anni è stato fornito un alibi ed un facile capro espiatorio (la cosiddetta casta politica) al popolo italiano. Nessun dubbio che la classe dirigente del nostro paese abbia fallito il suo compito, ma siamo proprio sicuri che questo generale processo di de-responsabilizzazione dei cittadini sia stato intellettualmente onesto? Da questo punto di vista, il ragionamento della signora ‘mio marito ha sbagliato […] ma i politici sono tutti mariuoli’ è illuminante, come quello del figlio che va in tv e dice ‘lo Stato non ha dato nulla a mio padre’ e quindi fa bene a fare il delinquente.”

Valeria Saviano