Politiche, la partita per il Senato si gioca in Campania

Per la chiusura della campagna elettorale tutti si sono dati un gran da fare. Sono tanti difatti gli elettori ancora da convincere. Del resto si sa, a volte si può vincere per una manciata di voti. Proprio come accadde nel 2006 nello scontro tra Prodi e Berlusconi, quando la Campania fu determinante per lo scenario politico nazionale: Prodi vinse alla Camera ma fu raggiunto da Berlusconi al Senato con una rimonta mai vista prima di allora. Anche stavolta dunque, soprattutto alla luce della variegata offerta politica e dell’intenzione di voto, il vincente alla Camera potrebbe non raggiungere la maggioranza al Senato.

Insomma, la Campania ancora una volta diventa protagonista di un acceso duello; è infatti tra le regioni decisive per la maggioranza al Senato, insieme a Lombardia, Sicilia e Veneto. Dopo la Lombardia è proprio il voto dell’elettorato campano quello che pesa di più, con 29 seggi totali di cui 16 andranno ai vincenti e 13 saranno divisi tra i perdenti. Secondo gli ultimi sondaggi la Campania, reduce da un governo di centrodestra dovrebbe essere assegnata alla coalizione di Bersani. Ma se il centrodestra dovesse vincere in Campania, come più volte ha sottolineato con sicurezza il segretario Alfano, il raggiungimento della maggioranza assoluta non sarebbe affatto scontato, e a farne le spese sarebbero proprio i candidati campani del Pd in lizza per il Senato.

Lo stesso ragionamento vale per la Sicilia, dove la vera sorpresa potrebbe essere il movimento guidato da Beppe Grillo. In Campania poi sono diverse le liste che potrebbero raggiungere il quorum. E’ il caso di “Rivoluzione Civile” di Ingroia, sostenuta dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che auspica non solo di superare lo sbarramento del 4%, ma di raggiungere almeno il 6%. Per la lista arancione questo sarebbe un ottimo traguardo. Anche la lista “Scelta Civica con Monti” potrebbe conquistare quell’elettorato centrista moderato e soprattutto strappare al centrodestra quello deluso dalle promesse berlusconiane.

Nel frattempo emergono tensioni e preoccupazioni anche per l’Udc, alleato insieme a Fli con Monti, che alla Camera nella circoscrizione Campania 2 schiera il vice presidente regionale Giuseppe De Mita. Lo scudo crociato, in calo sul territorio nazionale, questa volta potrebbe rischiare di non ottenere nemmeno un seggio, assegnato con il raggiungimento del 2%.Tirando le somme quindi, lo scenario più probabile resta quello di una grande coalizione composta da Bersani – Monti. Ma l’esito non è per niente scontato.