Napoli-Palermo: il match dei numeri primi. Destino o solo coincidenze?

Sono i numeri i protagonisti del San Paolo, in una domenica grigia e piovosa. Il destino, o forse solo una strana coincidenza, ha mischiato le carte in tavola, ma solo quelle con su i numeri primi. Uno, due, tre, cinque, sette, undici, diciassette, diciannove, ventinove, sessantasette e settantanove. Ancora una volta (dopo la combinazione vincente sulla ruota di Napoli che vedeva i numeri di maglia di Cannavaro, Grava e Gianello) a qualcuno salterà in mente di far un salto in ricevitoria. E’ questa la storia di Napoli-Palermo, prima del girone di ritorno di questo campionato.  Uno, come la prima volta da ex di Aronica e Dossena  al San Paolo, orgogliosi del passato ed entusiasti per il futuro. Uno, come la prima esultanza di Pablo Armero in maglia azzurra.  Solo panchina per lui, ma è già tempo di esibirsi in coreografie memorabili.  Due gli Insigne in campo negli ultimi minuti di gioco. Stesso cognome e numeri alterni sulle maglie. I fratelli di Fratta per la prima volta si smezzano le attenzioni e gli applausi di giornalisti e tifosi.    Tre i gol che per la seconda volta castigano il Palermo di Zamparini. Dopo il successo al Barbera, la Mazzarri-band stende nuovamente i rosanero, rispedendoli a casa sazi ma senza punti. Tre come il nuovo numero di maglia di Aronica che, dopo solo una settimana dall’addio, torna ad abbracciare e ringraziare la curva. Cinque. Lo porta sulla schiena un certo signor Miguel Angel che di cognome fa Britos. Ancora una prestazione più che sufficiente. Non fa affatto rimpiangere l’assenza del capitano. Attento in chiusura e preciso nei lanci. Impeccabile. Cinque, come i punti che attualmente separano dalla Juve capolista, che sbaglia ancora e si ferma al Tardini. Sette: il marziano sceso in terra. Dopo cinque gare consecutive, in cerca del 100° gol in maglia azzurra, il Matador digiuna.  Undici. Lo mostra fiero Superbike che si inchina per la terza gara consecutiva in campionato. Alla faccia della stanchezza, Maggio sembra aver pienamente recuperato testa e gambe. E’ suo il gol del vantaggio. Diciasette. Se in campo porta bene, sotto le spoglie dello slovacco più ammirato del Mondo, non è lo stesso per il sottopassaggio del San Paolo. Ne paga le spese Lady Dzemaili che, nel post gara, cade creando scompiglio. Attimi di panico, immediato l’intervento del 118, ma è tutto sotto controllo: Alessia Tedeschi si rialza e rassicura tutti. Solo colpa della sfortuna. Diciannovve. E’ lì davanti a completare il tridente delle meraviglie. Guai a dirgli che è stanco o non è in forma, Pandev non ne sbaglia più una. Verticalizzazioni perfette, stordisce gli avversari a suon di dribbling e ripartenze fulminee. Pazienza per l’astinenza da reti, è lui la pedina vincente di questo Napoli goliardico.  Ventinove. Il minuto del vantaggio. Fortunato Hamsik sul doppio rimpallo vinto al limite dell’area di rigore. Si conferma ancora una volta asst-man, mandando a segno Maggio. Puntuale, preciso e potente, di testa Cristian sorprende Ujkani e fa esplodere il San Paolo. Sessantasette. La sostituzione che chiude i conti: fuori Pandev dentro Lorenzo Insigne. Panchina prolungata per lui nelle ultime di campionato, ma Mazzarri la sa lunga. Non gli ha fatto che bene; a soli cinque minuti dall’ingresso in campo, mette a segno la terza rete della gara. Tanto di cappello al talentino e..al mister. Settantanove. Il minuto della speranza e il boato assordante del San Paolo. Nessun poker, stavolta le buone notizie arrivano dal Tardini. La gioia azzurra porta il nome di Sansone, che ferma la Juve negli ultimi minuti di gioco e regala il pareggio ai compagni di squadra. Standing ovation per lui.