Il Dott. Marfella e la lettera aperta al Prefetto De Martino, a Padre Maurizio Patriciello e a tutti i cittadini campani

Gent.Mo Signor Prefetto, carissimo Padre Maurizio, carissimi tutti,

sono sinceramente costernato e addolorato per lo spiacevole episodio istituzionale avvenuto il 18 ottobre scorso in Prefettura. Ancora piu’ mi sento responsabile perche’ assente, per motivi di lavoro e perche’ NON CONVOCATO ufficialmente quel giorno in Prefettura.

Padre Maurizio , tu per me sei da anni ormai non solo lo Stato dove lo Stato se c’e’ non si vede, ma soprattutto sei la Speranza, la evidente dimostrazione che la Provvidenza esiste in un territorio cosi martirizzato come la mia Terra.

Lei, Eccellenza dr De Martino, è la personificazione della presenza di uno Stato, di una Nazione, di un popolo che si è dato una organizzazione civile e che necessita di qualcuno che garantisca che questo Stato , questa Nazione, è presente, operante, e vigila il sacro suolo della nostra Patria.

L’ Art 52 della Costituzione Italiana declara : “la difesa della Patria (= Terra dei Padri) è sacro dovere del cittadino”.

Da anni, io e te, Padre Maurizio, stiamo cercando di allertare tutti ad aiutarci a difendere questa Patria sempre più martirizzata , dolente e avvelenata.

Io giro da anni tutti i comuni di Terra dei Fuochi in Campania, cercando di urlare ed avvertire del pericolo, tu hai accolto e consolato tutti i cittadini che vivono e che arrivano al Parco Verde di Caivano,che, da luogo di degrado e di spaccio di droga, ormai da anni è diventato veramente il PARCO VERDE DELLA SPERANZA DI UNA RINASCITA ECOLOGICA DELLA NOSTRA PATRIA.

Da anni anche io ho ricevuto non certo ringraziamenti per questo che ritengo innanzitutto un dovere deontologico, legato all’essenza stessa del mio essere Medico, ma non mi aspetto ne’ voglio ringraziamenti o altro. Come Padre Maurizio, vorrei soltanto che tanti miei concittadini, non meno di un milione e mezzo di persone, signor Prefetto, semplicemente potessero respirare e vivere piu’ serenamente.

Nel mio pellegrinaggio di dolore per la terra dei Fuochi, ho conosciuto e ammirato tante case e tanti Palazzi: dalla casa di Sandokan, a Casale di Principe, al Palazzo della Prefettura di Napoli, dove lavora Lei, dott De Martino.

Nell’incontro precedente a questi istituzionali, Signor Prefetto, sono rimasto sinceramente colpito ed ammirato dalla competenza ma anche dalla umanita’ del suo vice prefetto, Dott. Esposito, che ci rassicuro’ del vostro massimo impegno non solo per dovere istituzionale ma anche per dovere di Padri nei confronti dei propri figli, cui , come noi, voleva assicurare la possibilita’ di avere ancora , semplicemente, una Patria in cui vivere serenamente.

Sono da sempre un attento osservatore, ed entro in empatia non solo con le persone ma anche con le case, con i Palazzi: li considero facenti parte integrante della mia Patria e della vita delle persone, cosi come gli alberi, gli animali, i fiori e i colori della mia Terra.

In questo filmato amatoriale che ormai gira nel mondo del web, del vostro scontro istituzionale io noto una cosa sfuggita a tutti.

Dal primo intervento in quella sala della Prefettura, io ho ammirato il grande quadro che sovrasta , bellissimo e imponente , il tavolo del Prefetto.

Sono certo, per manifattura , argomento e qualita’ pittorica che si tratta di uno dei tanti meravigliosi quadri del pittore prussiano Hackert, che , per volonta’ dei reali Borbone, dipinse con eccezionale precisione il Regno di Napoli come era, all’incirca dal 1764 al 1799.

Ebbene, Padre Maurizio e Signor Prefetto, quella meravigliosa CAMPANIA dipinta NON ESISTE PIU’!

Sono passati in fondo poco piu’ di due secoli, nulla dal punto di vista geologico, ma di quella Terra, di quel Verde, di quella Natura dipinta con tanta precisione e che ancora oggi è cosi bella da ammirare , ci restano neanche i resti inceneriti di una eruzione del Vesuvio: ci restano solo le foto drammatiche di amianto sgretolato, di roghi di rifiuti tossici, di cumuli di materiale velenoso mai rimosso da anni e che ogni giorno continua ad accumularsi per non meno di mille tonnellate al giorno che Padre Maurizio e Mauro Pagnano hanno con accuratezza prussiana, fotografato e consegnato a tutte le autorita’ competenti.

Vi prego, Padre Maurizio e Signor Prefetto: osservate con attenzione quel quadro e forse ritroverete le stesse zone fotografate in questi giorni. Un massacro reale, scientifico, probabilmente irrecuperabile.

Nella casa di Sandokan io ho potuto ammirare un meraviglioso marmo brasiliano, non campano, azzurro e bianco del valore di oltre 11mila euro a metro quadro, dove pero’ oggi giocano i flgli di Casale di Principe resi autistici dall’avvelenamento dei loro cortili meravigliosi, dipinti in quel quadro.

Alle pareti del palazzo del Prefetto, dietro quel quadro, potete tutti ammirare meravigliosi parati in seta di San Leucio di produzione unica al mondo e di costo non inferiore ai 200 euro al metro quadro, installati in modo perfetto con la tecnica antica del “mollettone” e armonizzati al resto dell’arredamento con gusto antico e raffinato che mi è stato riferito essere stato dell’ex prefetto Renato Profili.

Viviamo in una Terra che sapevamo meravigliosa, che cura ancora gli INTERNI in modo cosi raffinato o dichiaratamente costoso e non pacchiano, eppure nessuno di noi, tranne chi ha scelto di scendere in campo come me e Padre Maurizio, ricorda che queste case , questi palazzi, erano parte integrante e non estranea , di un mondo, di una Terra, di una Patria, cosi dolce, verde e ancora piu’ meravigliosa di questi interni come quel quadro che sovrasta le teste dei partecipanti a tutte le riunioni in Prefettura , ma che ormai non esiste piu’!

Vi rendete conto di cio’ che sto dicendo? Vi rendete conto di cosa è successo? Quel quadro oggi non è piu’ la realta’ della mia Terra, ma soltanto , come e piu’ delle rovine di Pompei, il ricordo di quello che non esiste piu’!

Non esiste piu’!

Egr Sign Prefetto,carissimo Padre Maurizio, gia’ la prima volta che sono stato in Prefettura , mi sono onorato di portare e donare al Prefetto il libro CAMPANIA DEI VELENI, di cui ho scritto un capitolo, quello dell’enorme flusso di rifiuti industriali e tossici che quotidianamente invade e avvelena la mia Patria!

Io sono certo che il Prefetto De Martino, come me sino a al 2006, al lavoro costante, continuo e durissimo all’interno del Palazzo della Prefettura, non riusciva neanche a immaginare l’immane disastro che ha distrutto completamente la Patria che doveva difendere , insieme a tutti noi e al Prefetto di Caserta.

Non ha senso continuare a combatterci tra noi, ne’ ha senso qualunque tentativo di intimidazione dei Patrioti che difendono la stessa Patria dei Prefetti!

Io per primo, anni fa, in quella stessa Prefettura sono stato offeso come “truffatore” davanti al Prefetto Pansa da “tecnici” della omissione e della provocazione.

Non ci hanno fermati perche’, purtroppo, Signor Prefetto, non si puo’ fare nulla per fermare la Verita’ del piu’ grande e piu’ negato disastro ambientale della Storia di Italia per combattere il quale le misure messe in campo sono ancora, palesemente , del tutto insufficienti.

D’altra parte risulta ormai chiaro a tutti che Patrioti come Padre Maurizio e, permettete , anche tanti altri come me e come quei 32500 cittadini che ora chiedono e pretendono Giustizia, non sono espressione di una minoranza di esagitati ma della ormai stragrande maggioranza dei cittadini massacrati di questa che ormai fu una Terra meravigliosa.

La prego con tutto il cuore, Signor Prefetto, di accettare un altro libro che ci permetteremo di portarle in dono, CAMPANIA INFELIX, di Bernardo Iovene di Report, del 2008, e di accettarlo in dono con promessa di leggerlo sotto quel quadro di Hackert, della nostra comune e meravigliosa Patria che non esiste piu’.

Stringa con una stretta di mano le nostre mani, in segno non gia’ di scuse, non ci servono ne’ basterebbero, ma in segno di condivisione, di partecipazione, di unione , a questa lotta di sopravvivenza e di amore per il sacro suolo della nostra Patria, di questa Patria che ormai è un cumulo sbriciolato di amianto e non piu’ di quel verde acceso, di quei colori dolci e vivaci che abbiamo saputo dipingere non solo nel ricordo dei quadri ma nei colori delle sete di San Leucio che ancora oggi rivestono, come nelle ville di Pompei, le pareti dei nostri Palazzi Istituzionali. E’ accaduto e accade ogni giorno anche piu’ di una eruzione!

Carissimi, prego tutti, in nome della Patria comune, di dare un segno concreto di rappacificazione e comprensione. Sotto il quadro di Hackert della nostra Patria, sarebbe un gesto meraviglioso di unita’ ma soprattutto di Speranza , da donare sia alle Forze dell’Ordine, sia alle Istituzioni locali (Sindaci), sia a tutti i cittadini militanti di questa martoriata Patria.

Siamo ormai tanti, siamo preparati, siamo pronti, non accettiamo piu’ ne’ la violenza della camorra, né le incredibili quanto palesemente fasulle rassicurazioni delle Istituzioni.

Siamo tutti in guerra, siamo tutti impegnati nella strenua difesa di quella Patria,che, come quel quadro mostra, non esiste gia’ piu’, ma che resta e che vogliamo che torni a vivere , non solo nei nostri cuori e nei nostri ricordi, per i nostri figli.

Vi prego di guardare quel quadro e di darmi ascolto,

vi aspetto li sotto per stringere le nostre mani in un gesto non certo di scusa, ma di patto di ferro per la difesa di quel sacro suolo! La nostra Patria, l’unica che vogliamo avere!

Dr Antonio Marfella