Il Napoli non graffia e non sfrutta la superiorità numerica per tutta la partita. A Catania finisce con un deludente 0-0

Il Napoli alla vigilia della partita con gli etnei sembrava dover far un sol boccone del povero Catania, ma dopo 90′ deludenti esce dal banchetto del Cibali più affamato di prima riuscendo a consumare a stento un magro brodino insipido e dal sapore amaro. Mazzarri, che aveva fatto riposare dalle fatiche svedesi di coppa le Primedonne con la speranza di avere i titolarissimi al top della condizione, riceve la prima delusione in campionato, una mezza doccia fredda che presenta il suo conto con i primi due punti persi e lasciati sulla strada infuocata (la temperatura oggi superava i trenta gradi) della Sicilia. Niente abbuffata, dunque, e appuntamento con lo storico poker d’inizio stagione che sfuma mestamente. Oggi si poteva e doveva vincere ma in certi casi è saggio accontentarsi e la storia recente insegna che il campo della formazione rosso-blù è assai ostico tanto che la scorsa stagione anche la Juventus non riuscì a passare chiudendo il match con Gomez e soci con il risultato di 1-1. E poi il Napoli degli scorsi anni queste partite le avrebbe addirittura perse, quindi meglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guadrare avanti senza fare troppi drammi.

Di sicuro un pari a Catania ci può anche stare, fa rabbia constatare che il primo ics stagionale arrivi in una partita giocata in superiorità numerica dall’inizio. Una grande squadra avrebbe di sicuro vinto la gara anche soffrendo, ma non sempre le ciambelle riescono col buco e il Napoli raramente riesce a fare bottino pieno quando gioca male. E’ capitato con la Fiorentina, difficilmente capiterà più. Adesso è inutile fare processi, la strada da percorrere è ancora lunga e il Napoli avrà l’opportunità di rifarsi già a partire da mercoledì prossimo in casa con la Lazio, appuntamento come non mai da non fallire. Forse proprio il caldo o l’ansia da prestazione (visto che superiorità numerica è arrivata all’alba della partita illudendo probabilmente Cannavaro e compagni sulla facilità della vittoria da conseguire) hanno giocato un brutto scherzo agli azzurri che dopo un buon avvio si sono sciolti come neve al sole, andando in avanti in modo confusionario alla ricerca del gol prestando, allo stesso tempo, il fianco alle ripartenze avversarie che per poco non beffavano Mazzarri e soci. Solo la sorte (un palo di Gomez allo scadere e una splendida parata di De Sanctis) evitano una sconfitta che alla fine sarebbe stata una vera e propria beffa.

Da notare le pessime prestazioni di uno spento Inler (sostituito all’intervallo), Pandev e Hamsik, ma nel complesso un’involuzione di tutta la squadra che trova la sufficienza solo in alcuni elementi. Ci mette il suo anche Mazzarri proponendo ad un certo punto della partita tutti i tenori in campo (Hamsik, Insigne, Cavani, Pandev e Vargas) con l’effetto imbuto che non fa altro che ingolfare il reparto offensivo e di esporre troppo la squadra alle incursioni del Catania che ha il merito di non scomporsi e di crederci fono alla fine. Primo tempo quasi da archiviare, ripresa leggermente meglio: si salvano i tre dietro (molto bene capitan Cannavaro) e un sempre attivo Lorenzo Insigne che cerca in tutti i modi di accendere la luce in un reparto che proprio stenta ad ingrarare. Vargas nel finale sfiora (di testa) il gol del colpaccio, ma alla fine il pareggio va più stretto al Catania che al Napoli che rallenta la sua corsa ai quartieri alti della classifica rimanendo due gradini al di sotto di Madame che sembra proprio non arrestare la corsa.

Mazzarri giura di dover parlare ai suoi ragazzi per capire i motivi di un black out che ha dato il primo mezzo dispiacere ai tifosi. Ma non può certo il primo pareggio cancellare d’un colpo tutte le lodi ad una squadra che era e rimane ambiziosa e che di sicuro, evitando certe amnesie, potrà lottare per i vertici della massima serie. Molto spesso dagli errori si traggono insegnamenti. Lo facciano adesso il Napoli e Mazzarri senza trovare scuse perchè il tempo da ancora ottime  possibilità di successo, e che non si lascino più punti per strada con le cosiddette piccole. Non può una difesa chiusa ad oltranza bloccare la via del gol portando alla luce vecchi problemi. Una giornata storta ci può stare, l’importante sarà riprendere al più presto la marcia e la Lazio è già alle porte.