A Napoli ci vuole fegato: La Campania è la regione italiana piu’ “malata di fegato”

La Campania è ai primi posti in Europa per mortalità legata alle malattie epatiche, come cirrosi e tumore del fegato, causate in oltre la metà dei casi all’infezione da virus dell’epatite C. Oggi è possibile eliminare completamente il virus e le terapie attuali permettono di raggiungere la completa guarigione nel 50-80% dei casi grazie alle terapie disponibili a base di interferone peghilato. Sabato 22 settembre gli esperti scendono in piazza per una giornata aperta a tutti i cittadini dalle 10:00 alle 19:00: “A Napoli ci vuole fegato”.

Napoli, 18 settembre 2012 – Un problema, quello delle malattie epatiche, che in Campania ha dimensioni allarmanti. La Regione è ai primi posti in Italia e in Europa per mortalità legata a malattie del fegato e per numero di casi di epatite C. Sette campani al giorno muoiono per cirrosi e tumore del fegato, malattie legate in oltre la metà dei casi a infezione cronica da virus dell’epatite C. Una situazione che spesso è ancora sommersa, se si considera che secondo le stime oltre 200.000 campani convivono con l’epatite C, ma almeno la metà non sa di avere contratto il virus.

“Prevenzione, diagnosi e tempestività dei trattamenti sono gli obiettivi che ci poniamo per combattere le malattie epatiche. – commenta Nicola Caporaso, Ordinario di Gastroenterologia all‘Università Federico II di Napoli – L’attuale standard terapeutico per il trattamento dell’epatite C, basato sulla combinazione di interferone peghilato e rivabirina, permette di raggiungere una completa guarigione nel 50%-80% dei pazienti a seconda dei genotipi virali. L’epatite C ha un peso e un costo sociale notevoli, che non possono passare inosservati. Liberare il paziente dal virus significa migliorare la sua qualità di vita e sconfiggere la malattia anche dal punto di vista psicologico ed emotivo.”

“Purtroppo molte persone non sanno di avere l’epatite C perchè la malattia non provoca sintomi evidenti per molti anni e può essere scoperta solo praticando esami specifici. – dichiara Giovanni Battista Gaeta, Ordinario di Clinica Malattie Infettive Seconda Università di Napoli – L’informazione è fondamentale per riconoscere i primi campanelli d’allarme. Uno dei primi segnali da tenere sotto controllo è il livello di transaminasi nel sangue: se questo livello è alterato si procede ad analisi più approfondite per rilevare la presenza del virus. Se si interviene tempestivamente, con la terapia standard che abbiamo a disposizione oggi è possibile in molti casi guarire dall’epatite C, eliminando per sempre il virus. Inoltre, abbiamo in sperimentazione nuovi e potenti farmaci antivirali, per alcuni dei quali è prevedibile in un prossimo futuro di poter fare a meno della combinazione con l’interferone”.

“A Napoli ci vuole fegato”, questo è lo slogan che gli esperti delle due università di Napoli, Federico II e Seconda Università degli Studi, hanno scelto per invitare tutti i cittadini a partecipare sabato 22 settembre alla giornata di informazione in Piazza Dante sulla salute del fegato, dalle ore 10:00 fino alle 19:00. “La giornata in Piazza Dante nasce dalla volontà di sensibilizzare i cittadini, in particolare i giovani, a un problema che non può essere ignorato. – spiega Carmelina Loguercio, Ordinario di Gastroenterologia Seconda Università di Napoli – Gli esperti guideranno i napoletani attraverso un percorso informativo, realizzato attraverso una serie di stand e di materiali, per spiegare che cos’è il fegato, quali sono le principali malattie, quali sono le regole chiave da seguire per prendersi cura della salute epatica, a cominciare da una corretta alimentazione”.