L’equilibrio invisibile secondo Antonella Cortese: un convegno che dà voce a chi indossa la divisa

Martedì, dalle ore 10:00 alle 13:00, presso la Sala Tevere della Regione Lazio, si è svolto il convegno dedicato alla presentazione del libro Equilibrio Invisibile corpo e mente al servizio della sicurezza ”, un libro edito Armando Editore che ha visto una partecipazione numerosa e sentita: oltre cento persone, tra autorità civili e militari, professionisti della salute mentale, rappresentanti istituzionali e cittadini, hanno riempito completamente la sala.
“Equilibrio Invisibile” è un libro corale, arricchito dal contributo di altri autori professionisti provenienti dal mondo delle forze dell’ordine, della sicurezza e della salute mentale, che con sensibilità e competenza hanno condiviso esperienze e testimonianze reali, offrendo una lettura plurale e profonda della condizione psicologica di chi opera quotidianamente per la sicurezza del Paese.
Al convegno hanno partecipato le principali sigle sindacali militari e delle forze di polizia: il SINAFI della Guardia di Finanza, l’USIC e il SIM dei Carabinieri, insieme al COSP della Polizia Penitenziaria.
La moderazione dell’incontro è stata affidata a Ida Molaro giornalista parlamentare Mediaset che ha condotto i lavori favorendo un confronto costruttivo, profondo e puntuale.
Ha portato i saluti istituzionali il Vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi, che ha ribadito l’importanza di dedicare crescente attenzione al benessere degli operatori della sicurezza, troppo spesso lasciati soli a gestire carichi emotivi e professionali imponenti.
La psicologa-criminologa Antonella Cortese, autrice dell’opera, ha introdotto i lavori illustrando il concetto di “equilibrio invisibile”, ovvero quella dimensione psicologica fragile ma fondamentale che accompagna gli operatori delle forze dell’ordine durante il loro servizio quotidiano.
Nel suo intervento, la dottoressa Cortese ha affrontato temi cruciali e spesso trascurati:
•il valore dei ricongiungimenti familiari, indispensabili per mantenere stabilità emotiva in professioni ad alta esposizione allo stress;
•il supporto psicologico alle famiglie, che vivono indirettamente la pressione, le preoccupazioni e le difficoltà legate al lavoro dei loro cari;
•l’importanza del sostegno psicologico agli operatori, non solo nelle fasi traumatiche ma anche nella gestione quotidiana delle tensioni e delle responsabilità;
•la necessità che questi professionisti siano maggiormente attenzionati, ascoltati e tutelati, riconoscendo finalmente il loro ruolo umano oltre che operativo.
La Dottoressa Cortese ha inoltre richiamato l’attenzione sui lunghi procedimenti giudiziari in cui alcuni militari e agenti vengono coinvolti: percorsi che possono durare molti anni e che, pur con esiti di assoluzione, comportano nel frattempo conseguenze pesantissime sulla carriera, talvolta compromessa in modo irreversibile.
Il convegno si è rivelato un momento intenso e di grande valore, capace di far emergere voci, emozioni e testimonianze che troppo spesso restano sullo sfondo, invisibili. L’iniziativa ha confermato l’urgenza di un nuovo sguardo istituzionale e sociale, capace di riconoscere la complessità e la profondità del lavoro degli operatori della sicurezza.
L’evento si è concluso con un forte applauso e con l’impegno condiviso di continuare a dare visibilità, dignità e sostegno a chi ogni giorno opera, spesso in silenzio, per il bene collettivo.