In piazza i lavoratori della Base Nato di Bagnoli. Strazzullo (Uiltucs): “La Nato non risolve le piccole cose”

Ancora una volta i lavoratori impegnati sui diversi appalti (pulimento, manutenzione del verde e facchinaggio) presso le strutture dell’ AJFC Naples (Base NATO di Napoli e dipendenze) sono costretti a scendere in piazza attraverso una manifestazione – presidio all’esterno delle strutture, per difendere i loro diritti.

La manifestazione partita una prima volta il 17 luglio 2012 e ripresa il 31/07/2012, si sta svolgendo – per senso di responsabilità dei lavoratori – fuori dall’orario di lavoro e pur non ostacolando le normali attività all’interno della Base è tesa a segnalare, con la maggiore visibilità possibile,  la gravità del problema che i lavoratori degli appalti stanno vivendo, aggravata ulteriormente dalle azioni unilaterali ed ingiustificate messe in campo ultimamente dall’azienda che gestisce l’appalto delle pulizie e della manutenzione del verde.

Infatti, a seguito del prossimo trasferimento delle attività NATO alla nuova base di Lago Patria e, di conseguenza, ai bandi di gara per l’aggiudicazione dei servizi presso la nuova Base, senza le adeguate garanzie,  i lavoratori stanno ingiustamente correndo il concreto e pesantissimo rischio di perdita del lavoro e del reddito.

La UILTuCS – UIL, largamente rappresentativa di questi lavoratori, chiede che nei bandi siano inserite le più ampie garanzie tese alla salvaguardia di tutti i livelli occupazionali e che il lavoro ed il reddito dei lavoratori sia preservato, così come previsto dai CCNL di categoria vigenti ai quali anche i bandi di gara devono fare riferimento.

“Pertanto non si comprende l’atteggiamento degli uffici preposti ad interpretare tali normative in modo non conforme alle norme contrattuali, soprattutto – dichiara Gennaro Strazzullo Segretario Generale della UILTuCS Campania – quando si tratta di siti sensibili, dove prima di accreditare il personale, vengono effettuate una serie di verifiche articolate finalizzate ad assicurare la sicurezza, è assurdo che la NATO è impegnata a risolvere i problemi in Siria ed in Libia e non riesce a risolvere i problemi in casa sua”.

Non è accettabile che un passaggio di cantiere (soprattutto verso una struttura più grande che oggettivamente necessita di maggiori servizi), che in genere è tutelato dalla Legge e dal Contratto Nazionale (che anche la NATO è tenuta ad applicare), possa essere fonte di rischio per l’occupazione ed il salario.

Non è accettabile che  decine e decine di lavoratori, muniti di NOS e certamente ritenuti affidabili dalla committenza NATO e dalle Forze dell’Ordine, possono essere sostituiti da persone che non ci risultano avere le stesse certificazioni.

Vorremmo sapere a quale “logica di potere” possa appartenere un ragionamento che, in mancanza di garanzie, da un lato mette a rischio decine e decine di posti di lavoro e dall’altro, con l’attribuzione di un nuovo appalto, garantisce lavoro: a chi?