Francesco Paolantoni in “O… tello o io”, chiude il tour al De Rosa di Frattamaggiore

Chi ha vissuto negli anni ’90, il nome di Francesco Paolantoni risuona familiare come, appunto, uno di famiglia… Ciairo, il pizzaiolo di Pozzuoli, ed il suo tormentone della “paizza alla papaya“, così come Luigino e la domanda “Hovvintoquaccheccosa?“, e poi ancora il nonno multimediale, la signora Lorena ed i suoi figli Cuore e Batticuore… Tormentoni e modi di dire che hanno caratterizzato le serate davanti alla tv e anche quando si stava in compagnia. E, proprio alcuni di questi tormentoni son risuonati familiari a chi ha assistito l’altra sera al suo spettacolo al Teatro De Rosa di Frattamaggiore: dopo una tournée in giro per l’Italia, “O… tello o Io“, la conclusione è nel teatro condotto eccellentemente dalla famiglia De Rosa.

Insieme a Paolantoni, due attrici e due attori, più Stefano Sarcinelli, vice capitano di compagnia, nonché volto ben noto e voce altresì familiare ai tempi di “A tutti coloro” all’inizio degli anni ’90 sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli. Quasi due ore di spettacolo, garanzia di divertimento e leggerezza: una compagnia amatoriale cercano di metter su l’impegnativa opera di Otello e Desdemona, ma i problemi e gli inciuci contemporanei che vivono gli attori sul palco lasciano ben poco spazio già alla lettura del copione: il fidanzato di Viola, l’ingenuità di Luigi, e le paturnie di Stefano, occupano praticamente gran parte del tempo che il gruppo diretto da Francesco (Paolantoni, ndr), direttore di banca, dovrebbe dedicare alle prove visto che, l’indomani, ci sarà la recita.

Sullo sfondo, il malcontento proprio di Francesco che, sul finale, propone una chiusura diversa dal solito strangolamento di Desdemona a causa dell’insulsa gelosia del moro Otello, facendo in modo che tutti i personaggi possano trovare una concordia serena, persino Cassio e Iago. Il finale diverso dal solito, maturato proprio a margine di una serie di insofferenze continue causate dalla difficile ma divertente gestione del gruppo, che mette in secondo piano, appunto, la violenza su Desdemona, e da’ priorità alla leggerezza.