“Fuori dal sistema”, il libro di Luigi de Magistris: “In Calabria avevo scoperto il sistema, ecco perché io sono fuori”

La sala comunale della sesta municipalità, a Ponticelli, è piena in ogni ordine di posto, al netto del traffico dell’ora di punta: è tanta, la voglia di ascoltare la storia di Luigi de Magistris, già sindaco di Napoli dal 2011 al 2021, nonché parlamentare europeo, e magistrato. L’associazione culturale Merqurio ed il presidente Osvaldo Barba, ha promosso l’iniziativa di ospitare il leader di Unione Popolare, coinvolgendo Rosaria Galiero, Alessandro Fucito e Giuseppina Piglia, ex personalità arancioni del decennio a Palazzo San Giacomo. La storia di Fuori Dal Sistema è quella di una persona che ha cercato, con tutte le sue possibilità, in totale buona fede, con la sua intelligenza, di cambiare le cose; un cambiamento orientato grazie alla Costituzione in ogni sua attività.

Il sistema istituzionale dovrebbero essere le istituzioni, fuori dal sistema non è una cosa normale. Il sistema cos’è? Il sistema è fedeltà alle istituzioni, ma è fatto da quelle persone che usufruiscono delle istituzioni per fini propri, affaristi e lobbiste. Licio Gelli è stato l’antesignano, di questo sistema. Persone che prendono le decisioni in luoghi non istituzionali, ma che in luoghi istituzionali le ratifico. La legge, la delibera, la lottizzazione, la speculazione edilizia: c’è l’utilizzo della legalità formale, quando invece sei corrotto. Repubblica presidenziale, assetto verticistico delle istituzioni, parlamento più sottile tra minoranza e maggioranza, criminalizzazione del dissenso, controllo di stampa. Quando sono arrivato a Catanzaro, come pubblico ministero, che non avevo neanche 27 anni, un avvocato nel bar del tribunale mi fece una domanda ‘dottò, ma lei a chi appartiene?’: se appartieni, conti, se non appartieni, è un problema. Non è l’appartenenza familiare, chiaramente… Come funzionava il sistema all’epoca? Scavando scavando, mi ero reso conto che il fiume di denaro pubblico che veniva dall’Europa, poi Governo, poi Regione, in Calabria è poca l’iniziativa privata, quindi lo spunto veniva dal pubblico: in qualsiasi settore, dalla depurazione delle acque, mobilità, infrastrutture, sanità, avevano creato una serie di società, tipo scatole cinesi, creavano quasi tutti commissariamenti, quindi creavano poteri speciali per derogare a normative ordinarie e far quello che gli pareva alla ditta di turno che asserviva alla richiesta del politico di turno. La scoperta che faccio è che in queste società, quasi trecento, nella parte pubblica, c’era la lottizzazione dei partiti di tutto l’arco costituzionale, ma nella parte privata: andai a verificare che coloro che venivano nominati erano sempre gli stessi professionisti, tutti amici ed imparentati fra loro, che si sedevano tutti attorno al tavolo“.