Parola ai medici di Napoli: protesta politica, lettura dei dati e ospedali in affanno

Questa mattina alle ore 9.30, in via Riviera di Chiaia di Napoli, alcuni medici di Napoli, rappresentanti del movimento “Ordinatamente”, hanno protestato all’esterno dell’Auditorium dell’Ordine dei Medici. Tra ceri votivi e una bara in cartone, vi era la lista di tutti i 183 medici deceduti per Covid-19.

La manifestazione, come ben spiegato da Savio Pandolfo, medico in formazione in urologia, è una risposta all’Ordine dei Medici di Napoli, che ha indetto elezioni in presenza per l’aggiornamento del Consiglio Direttivo, che coinvolgerà 25 mila medici della provincia.

Il nostro movimento, che per scelta è rappresentato da pochi medici, viene a chiedere nuovamente alle istituzioni nazionali, regionali e comunali, lo svolgimento di elezioni online. Per rispetto dei medici deceduti e dei cittadini, raggruppare 25 mila medici qui, significa che se solo uno di questi risultasse infetto, porterebbe ad una infezione su larga scala. La scellerata scelta politica mette a repentaglio la vita dei medici e delle loro famiglie e creerebbe un serio disagio all’attività pubblica e ai loro cittadini”.

Francesco Bara, medico in formazione in medicina generale, risponde ad alcuni quesiti che preoccupano il popolo campano e non.

Sui social è sempre più condiviso il confronto dati dei contagi di marzo con quelli di ottobre. È errata la loro lettura?

“Non è errata se vista dal punto di vista dei contagi. Va però proporzionata l’incidenza del virus. Oggi sembra più lieve e sembra ci siano meno morti in proporzione ai contagi. In realtà si sta cercando di prevenire quella che potrebbe essere una situazione di aggravamento della condizione sanitaria. Se aumentano i contagi, anche se per la maggior parte asintomatici, verosimilmente potrebbero aumentare i pazienti gravi e i morti, cosa che sta avvenendo. Non vanno quindi analizzati i dati in maniera secca. La crisi è sociale ed economica, e dobbiamo combinare la tutela della salute a quella economica che è già in atto”.

Ad oggi, gli ospedali campani sono in affanno?

“Gli ospedali sono in affanno da molto tempo, soprattutto per la carenza del personale: medici ed infermieri lavorano con carichi di lavoro oberanti e massacranti. In una situazione simile, da impreparati, è stato messo tutto a dura prova. Con alcuni reparti chiusi, le terapie intensive piene e i posti letti da Covid al limite, si è scelto di ampliare i posti letto anche a discapito delle normali visite, garantendo però l’emergenza, ma cercando di rimandare le visite ambulatoriali per cronicità. Questo può comportare una mancata assistenza ai cittadini. Servirebbe molto più personale medico!”

Pasquale Sannino, medico del movimento “Ordinatamente” chiede un immediato cambio di rotta:

“Siamo qui, stamattina, per ricordare i nostri colleghi morti durante la pandemia, ma anche per rivendicare un nostro diritto/dovere: un diritto perché la salute appartiene a tutti i cittadini, e come medici abbiamo il dovere di salvaguardarla. Siamo tenuti a dare assistenza ai malati. Un medico, un infermiere, un OSS ammalato è un triplo danno. I poveri degenti restano soli senza poter vedere i parenti per un lungo periodo. Allora perché l’ordine non si attrezza per fare un’elezione online per evitare una diffusione del virus?”

(Parte prima)

Salvatore Esposito