Il Napoli soffre bene e vince col Salisburgo, ma…

I ragazzi di Carlo Ancelotti, vincendo per 2-3 contro il Salisburgo, confermano il primo posto nel girone di Champions League ed allungano di 4 punti sulla terza classificata. Al giro di boa, il Napoli è solo in testa alla classifica a 7 punti con il Liverpool che insegue. A seguire Salisburgo e Genk ultima. I gol incassati ieri sono gli unici subiti dalla corazza azzurra nel torneo europeo. 

Gli azzurri vanno in vantaggio con Mertens al 17° minuto, eguagliando i 115 gol di Diego Armando Maradona. A 5 minuti dalla fine del primo tempo, però, per un’ingenuità di Malcuit, Haland segna su rigore il momentaneo pareggio. Il Napoli al 64° torna in vantaggio col solito “Ciro” che firma l’1-2, superando addirittura il record di gol di Maradona. Al 72° Haland, lasciato solo in area, insacca di testa e, solo un minuto dopo, Insigne segna il gol vittoria: 2-3!

Da sottolineare l’esultanza del capitano azzurro che corre verso la panchina ed abbraccia Carlo Ancelotti, seguito poi da tutti gli altri calciatori, titolari e non. È un forte segnale di un gruppo unito che sa soffrire e vuole vincere. Eppure il Napoli subisce tanto e la squadra non sembra funzionare alla perfezione. Cos’è che non va?

La squadra di Aurelio De Laurentiis è costruita male. Pensata ad agosto per giocare col 4-2-3-1, Ancelotti non ha ricevuto in regalo quel trequartista tanto sperato e corteggiato: con Allan e Fabian (o Zielinski) a centrocampo, il Napoli avrebbe giocato col “numero 10” alle spalle dell’attaccante e le due ali offensive. E invece no, James non arriva. Ancelotti prova ugualmente il modulo ma Fabian sulla trequarti è spaesato, ed Ancelotti subisce 7 gol nelle prime tre partite, segnandone però altrettanti. 

Si prova dunque il 4-3-3, che pure sembra non funzionare. Con due mezzali e un incontrista, il Napoli soffre senza il regista. A centrocampo non c’è chi detta i tempi e i tre titolari faticano il doppio. Tante verticalizzazioni sbagliate in assenza di quel ruolo da metronomo. 

Ancelotti punta, dunque, al 4-4-2, adattando però fin troppi calciatori. Callejon diviene un esterno di centrocampo, così come Zielinski. Lozano fa la prima punta, perché in questo modulo non c’è un ruolo migliore per lui. Ma il messicano lì fatica, e tanto. Insigne è costretto ad affiancare Mertens in attacco: la squadra di Aurelio De Laurentiis è costruita male.

Il Napoli però sa soffrire e vince una partita meno facile di quanto si pensi. In casa, infatti, gli austriaci non perdevano da 19 gare europee, mentre in campionato, in sole 11 partite, hanno messo a segno ben 47 gol, con una media di più di quattro reti a match. 

Il gruppo è unito e tutti sono dalla parte di Ancelotti. Intanto Dries Mertens è nella storia: supera Diego Armando Maradona ed è a sole 5 reti dal record di Marek Hamsik. Il Napoli è primo e può sognare in grande. 

Salvatore Esposito