Scampia, presi i killer che aprirono la faida con gli scissionisti

Ventuno ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite stamane dalla squadra mobile e dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli per i mandanti del duplice omicidio che scatenò nel 2004 il far west tra vecchie e nuove famiglie della camorra nel quartiere popolare napoletano.

Era il 28 ottobre del 2004 quando in via Vicinale Cupa dell’Arco (considerata roccaforte del clan dei Di Lauro, nel quartiere di Scampia) un duplice omicidio diede vita ad una delle guerre di camorra più violente e sanguinose della storia recente. A cadere sotto i colpi di pistola furono Fulvio Montanino e Claudio Salierno in un doppio agguato che solo all’apparenza lasciava presagire al solito regolamento di conti tra clan che si spartivano l’egemonie nelle piazze dello spaccio. Ma così non fu. Quei due corpi senza vita accasciati al consumato cemento rappresentavano molto di più di un agguato, quelle raffiche di pistola che crivellarono i due cadaveri di quei malviventi furono la vera scintilla che scatenò l’Orrore, una costola impazzita del clan egemone dei Di Lauro aveva in questo modo sancito la propria scissione e dichiarato guerra nel regno del capo, un vero e proprio affronto nel feudo del monarca della camorra che doveva essere lavato col sangue. Da quel giorno nulla fu come prima, gli omicidi si susseguirono con repentina regolarità e i morti (da ambo le parti degli opposti schieramenti) che non si contavano. Gli «scissionisti» diventavano man mano sempre più forti erodendo satrapie alla madrepatria dei Di Lauro. Alla fine della sanguinosa faida il cartello Amato-Pagano uscì decisamente rafforzato e la bilancia del comando iniziò a pendere a favore della “scissione” e contestualmente terminò il monopolio dai precedenti regnanti legati al vecchio boss della camorra nel quartiere napolinord.

Dall’azione che le forze dell’ordine hanno portato a termine con successo vengono fuori anche i nomi della banda che prese parte all’agguato. Si evince, infatti, che il commando che eseguì l’omicidio Montanino-Salierno era composto da: Arcangelo Abete detto “angioletto” (che risulta essere anche il mandante ed esecutore materiale dell’assassinio Montanino), Gennaro Marino (mandante ed esecutore materiale dell’omicidio Salierno), Gianluca Giuliano, Carmine Pagano (detenuto al 41 bis a L’Aquila), Ciro Mauriello (arrestato proprio stamattina),  e Carmine Cerrato (ai domiciliari e collaboratore di giustizia).