La Compagnia del Teatro del Loto porta in scena alla Galleria Toledo il Saul di Vittorio Alfieri

A 35 anni dall’ultima edizione allestita su un palcoscenico nazionale – quella di Renzo Giovampietro, del 1980 – la Compagnia del Teatro del Loto riporta in scena il Saul di Vittorio Alfieri: la più importante tragedia italiana del ‘700 e probabilmente di tutti i tempi. L’appuntamento è alla Galleria Toledo, dal 21 al 25 ottobre 2015. Con Stefano Sabelli, Gregorio De Paola, Bianca Mastromonaco, Giulio Rubinelli, Fabrizio Russo e Pasquale Arteritano. Scene e regia di Stefano Sabelli, musiche a cura del Trio Miele.

Composta in endecasillabi da Vittorio Alfieri nel 1782, Saul è tra le maggiori tragedie del raffinatissimo intellettuale piemontese, conte per nascita e anti-aristocratico e apolide per scelta.
Testimone critico della grande cronaca storica del suo tempo – iconoclasta e formidabile avversatore di ogni tirannia – in un lungo peregrinare attraverso l’Europa, Vittorio Alfieri mette a punto la sua visione dell’uomo in quanto soggetto morale, che fa di lui un post-illuminista, assimilabile nelle sue posizioni, a Max Stirner, il ribelle “irriducibile e al contempo anti-rivoluzionario“, così citato da Piero Gobetti.

Nel Saul un re dal sapore shakespeariano è reso folle dall’odio-amore nutrito per il giovane David, che se pure incarna la possibile sopravvivenza del regno, rappresenta al contempo l’evidente rivale per l’appropriazione del trono.
L’evento è inserito in un contesto biblico e rispetta le tre unità aristoteliche (tempo, luogo e azione).

Stefano Sabelli, a oltre 30 anni dall’edizione di Renzo Giovanpietro del 1980, riallestisce l’opera con lo sguardo attento all’odierno contesto medio-orientale, pur rispettandone struttura e linguaggio, felicemente asserviti alla narrazione di un re poco salomonico, vinto dal suo stesso destino.(Lavinia D’Elia)
In Saul v’è di tutto, di tutto assolutamente” – Vittorio Alfieri

SAUL locandina

A 35 anni dall’ultima edizione allestita su un palcoscenico nazionale, la Compagnia del Teatro del Loto decide di riportare sulle scene il Saul.
In una Galilea metafisica e senza tempo, teatro di antiche e nuove tragedie, su una scenografia lignea, imponente, ispirata all’opera di maestri dell’arte contemporanea italiana come Ceroli e Marotta, rivive il capolavoro in versi, nella messa in scena energica e visionaria e nell’interpretazione di vigorosa e superba verità di Stefano Sabelli, affiancato da una gruppo di eccellenti talenti (diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia o formati alla Scuola Propedeutica d’Arte Scenica del Loto).

Esempio di drammaturgia pura, ritmica e di perenne modernità, l’opera di Alfieri è costruita intorno a un protagonista di poliedrica complessità.
Attraverso il ritmo impetuoso, incalzante dell’endecasillabo sostenuto da una recitazione necessariamente poderosa, la furia risolutiva del re sconfitto ma ancora sopraffatto dall’ansia di potenza, cresce e avvince fino alla catarsi finale.
Nella tragedia – che si consuma nell’arco di una giornata (alba, giorno, tramonto e notte)- David e gli altri personaggi si propongono, per Saul, quale specchio e simbolo d’ogni umano e contraddittorio sentimento. E’ così ancora più evidenziata la dolorosa solitudine del vecchio Re d’Israele, l’ondeggiare tempestoso del suo animo fra bisogno di affetto e diffidenza, malinconia e ira, fino all’esplosione della follia e dell’estrema libertà del sentire e agire, in una definizione che lo consegna a significativa attualità.

L’opera, in cui Alfieri stesso dichiara d’esservi “di tutto, di tutto assolutamente“, e che lui medesimo amava interpretare, oggi più di ieri è necessaria perché in grado di graffiare l’anima d’ogni pubblico, permettendo di guardare, al contempo, con lucidità e commozione, dentro le miserie e le grandezze dell’uomo in sé.
In questo allestimento, la musica – partiture Klezmer e il Requiem di Mozart, eseguite dal vivo dall’eccellente Trio Miele – fa da contrappunto agli endecasillabi di Vittorio Alfieri, ne esalta la potenza epica e lirica, rimanda a vecchie e nuove diaspore, a intifade. Per complessità potenza e modernità, il folle Re alfieriano, avverso al clero e ostile al guardarsi dentro, richiama i grandi, folli Re shakespeariani. (Stefano Sabelli)

Galleria Toledo teatro stabile d’innovazione
via Concezione a Montecalvario, 34, 80134 – Napoli

Per ulteriori info: 081. 425037 – galleria.toledo@iol.it

Ester Veneruso