Disastro compostiere a Napoli: l’Asìa ne acquista 400 ma non riesce a distribuirle alla cittadinanza. Verdi: “non c’è la volontà di fare la raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti a Napoli”

Ennesimo flop dell’Asìa nella riduzione dei rifiuti e compostaggio domestico a Napoli. La società di igiene urbana del Comune di Napoli ha ricevuto solo 70 domande di cittadini interessati ad ospitare in casa propria le compostiere per trasformare gli scarti alimentari e vegetali in fertilizzanti su 400 disponibili.
E’ difficile credere che l’Asìa abbia mai creduto nel compostaggio domestico a Napoli. L’ultima iniziativa sul compostaggio domestico – spiega il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli, da sempre promotore e sostenitore del compostaggio domestico e condominiale a Napoli, insieme a Gianni Simioli della Radiazzanonostante le buone intenzioni, è stata tardiva, mal pubblicizzata, di difficile realizzazione e con una modulistica per chi voleva aderire impressionante. Di fatto i cittadini o i condomini erano scoraggiati a partecipare al bando. Eppure nel 2011, in piena emergenza rifiuti, autonomamente a Corso Vittorio Emanuele, una delle strade principali e più belle della città, gli abitanti del Parco della Madonnina, al civico 377, si erano forniti per primi di una compostiera per il riutilizzo dei rifiuti organici, dal costo di 120 euro. In un solo mese, secondo i calcoli dei condomini, la quantità di rifiuti prodotta da ogni nucleo famigliare era stata dimezzataErano orgogliosi di essere stati tra i primi artefici di un’azione concreta, non a caso furono definiti ‘angeli della monnezza’. I residui organici – continua Borrelli – sono la parte più riutilizzabile dei rifiuti, ma anche quella che dà più fastidio. Non creano inquinamento, ma generano quella puzza che risulta insopportabile per i cittadini. Quel condominio portò avanti un progetto pilota che ancora oggi resiste e sono arrivati ad avere 2 compostiere. Se si fosse andati in questa direzione oggi sarebbero migliaia, invece di poche decine, i nuclei famigliari e i condomìni ad avere attive le compostiere con grandi vantaggi per la città, per il Comune e per la raccolta dei rifiuti. Purtroppo non si è creduto fino in fondo in questo progetto, mentre ci si è incaponiti con la realizzazione di un mega impianto a Scampia mal visto dalla popolazione locale che per fortuna è stato abbandonato.”

Insomma, Asìa ed istituzioni sembrano aver mancato gli obiettivi ecologici pomposamente sbandierati diversi mesi fa. Oltre al fallimento del compostaggio domestico, tirate le dovute somme, sembra che anche il progetto di raccolta differenziata porta a porta avviato nell’area dei Quartieri Spagnoli nello scorso giugno abbia dato davvero scarsi risultati. Una distribuzione disomogenea di contenitori e cassonetti, un singhiozzante servizio di rimozione dei rifiuti, una pessima campagna informativa – attuata quasi in contemporanea all’avvio della raccolta – non in grado di far comprendere alle grandi masse regole, motivazioni e obiettivi del progetto hanno scoraggiato quello strato della popolazione già in principio difficilmente collaborativo, mandando tutto in malora. Gli abitanti della zona sono stati costretti a gettare in contenitori condominiali soltanto rifiuti organici e indifferenziati, mentre per disfarsi di carta, cartone, plastica, metallo e vetro bisogna che arrivino fino alle apposite campane poste nelle strade e nelle piazze più trafficate, spesso alquanto lontane dalle abitazioni dei cittadini stessi. Per non parlare dei rifiuti speciali, da gettare presso un’unica, remota isola ecologica. Un progetto privo di criterio, in cui sono riscontrabili situazioni paradossali di vicoli o addirittura singoli condomìni esentati dall’obbligo della differenziazione dei rifiuti, senza motivazione, o almeno senza che ne sia stata fornita alcuna – paradosso dei paradossi: in Campania si fa la differenziata, ma non sono ancora presenti impianti di recupero dei rifiuti.

A peggiorare la già difficile situazione, l’evidente disparità di trattamento tra i cittadini della Napoli bene e quelli dei quartieri popolari. Se, infatti, i rifiuti organici in zone come il quartiere Vomero vengono raccolti dall’Asìa ogni sera, nell’area dei Quartieri Spagnoli poter anche solo depositare tali rifiuti nel cassonetto condominiale è un lusso, a causa del servizio di rimozione previsto nei soli giorni dispari della settimana. Un grave problema per molti cittadini costretti a vivere in spazi angusti e, ora, anche a convivere con il tanfo dei rifiuti organici e con tutti i conseguenti rischi igienico-sanitari. Il sabato sera poi si fa festa: vietato depositare ogni tipo di rifiuto, fatta eccezione per quelli da gettare nelle già menzionate campane. Viene da chiedersi se tutti i cittadini siano uguali agli occhi delle istituzioni e, riprendendo il discorso di Borrelli, se queste ultime abbiano mai davvero avuto intenzione di far funzionare i suddetti progetti o se abbiano soltanto cercato di farsi una facile propaganda riempiendosi la bocca di orgogliosi proclami  e annunciando risultati mai realmente ottenuti.

[Chiunque fosse interessato a richiedere una compostiera domestica, può seguire il link:

http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/25992 ]

 

Valeria Saviano