Dopo le polemiche si dia la parola al campo: Juve-Napoli vale il primato in solitudine. Mazzarri: «Importante l’approccio alla gara. Giocheremo in uno stadio inviolato ma il risultato non sarà decisivo per lo scudetto»

Castel Volturno. È la Partita, inutile far finta di nulla, e nell’aria si avverte (in verità già da parecchi giorni) l’adrenalina e l’ansia che caratterizza le (lunghe) vigilie dei grandi avvenimenti, quelli che non devi fallire e che potrebbero far cambiare le sorti di una stagione intera in questo caso per due squadre che dopo sette giornate hanno lasciato le briciole agli avversari. Sei vittorie e un solo pareggio a testa, ai bianconeri il miglior attacco, agli azzurri la miglior difesa. Un inizio emozionante, un testa a testa che non ha ancora risolto l’enigma: chi sarà la regina di questa prima parte del campionato? In tanti sostengono che è ancora presto, che anche al novantesimo di Juve-Napoli non sarà possibile stabilire chi la spunterà a fine stagione.

Aria da primato e voglia di impresa. Siamo d’accordo, non potrà già l’ottava giornata emettere sentenze ma di sicuro potrà quantomeno decretare chi sta meglio tra le due pretendenti in questa fase della stagione. Ok non sarà nemmeno decisiva ma quasi, perché chi uscirà vincitore dallo Juventus Sdadium domani pomeriggio proverà a mettere la freccia e a dar vita ad una prima fuga stagionale. La vigilia di Juve-Napoli non è mai banale, è speciale per paradigma, una rivalità (sportiva) innata che quest’anno lo è ancor di più vista la posizione di classifica delle due duellanti. A Castel Volturno, come in tutta Napoli e provincia, si respira aria da impresa, un atmosfera rarefatta da primato, l’aria che riempie i polmoni è quella buona che si respira quando si è in alto (in classifica).

Concentrazione Mazzarri. In sala stampa c’è il pienone e non potrebbe essere diversamente. All’esterno del centro sportivo di Castel Volturno un folto gruppo di tifosi (un centinaio circa) aspetta i propri idoli in partenza per Torino per salutarli con la speranza di poter riproporre lo stesso entusiasmo anche al ritorno dal capoluogo piemontese. Il mister, come sempre concentrato per la partita, getta acqua sul fuoco cercando di tenere il gruppo sereno in vista dell’importante sfida alla Juventus: «E’ normale che si tratta di una partita molto sentita ma quello che sto cercando di far capire ai ragazzi che dopo la sfida di domani mancheranno altre trenta partite alla fine della stagione dove tutto potrà ancora accadere. Certo che chi vincerà si troverà con tre punti di vantaggio sulla diretta concorrente ma non dimentichiamoci che poi ci sarà una partita di ritorno da giocare nel nostro stadio senza dimenticare il ruolo dell’Inter che è a soli quattro punti e che potrà giocare fino alla fine un ruolo da protagonista».

Questione stranieri. Molti giocatori sono arrivati all’ultimo momento, in particolare Vargas e Cavani, ma il mister non sembra particolarmente preoccupato: «Spiace che non sono riuscito ad avere il gruppo al completo e soprattutto i sudamericani che sono arrivati all’ultimo momento. Sia Cavani che Vargas mi sono sembrati abbastanza carichi nonostante il viaggio che hanno affrontato, poi è chiaro che farò le ultime scelte domani e soltanto il campo potrà dire se la stanchezza avrà influito sulle loro prestazioni». Particolari trattamenti per Pirlo e le sue punizioni? «Di sicuro Pirlo è un grande giocatore che potrà essere insidioso con i suoi calci piazzati, ma la Juventus ha tantissimi top player che possono metterci in difficoltà su tutte le palle inattive dove sono molto bravi. Dobbiamo essere bravi a fare la nostra partita, sono curioso di vedere il nostro approccio alla partita con la consapevolezza che se facciamo le cose per bene abbiamo non dobbiamo temere nulla».

Polemiche in bianco e nero. Le polemiche di questi giorni non sembrano interessare il mister che chiude le porte ad una polemica nata dopo la partita di Pechino: «Stringerò la mano a Carrera se lo incrocerò, lasciamo la parola al campo e vediamo il Napoli cosa sarà capace di fare. Sarà importantissimo continuare a far bene nelle restanti trenta partite».

La parola al campo, dunque, con la speranza di avere un direttore di gara imparziale che non si faccia intimidire da un ambiente carico e ostile.