Sarà inaugurata giovedì 9 ottobre 2025, alle ore 18.30, la mostra “Sintesi Materiche” di Maria Pia Daidone, alla “Galleria Arte Barbato”, Via Nazionale, 327 – Scafati (SA), curata dal sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, in collaborazione con il Dipartimento Campania dell’Associazione Nazionale Sociologi e della casa editrice “la Valle del Tempo” con cui l’artista ha realizzato copertine di alcune pubblicazioni negli ultimi anni.
Presentazione della monografia “Maria Pia Daidone Sintesi Materiche” e della personale con brevi interventi di Floria Bufano, docente e scrittrice, Pino Cotarelli, giornalista, Peppe Iannicelli, giornalista, Maria Pia Nocerino, giornalista e scrittrice, moderati da Maurizio Vitiello.
In finale: aperitivo.
Breve scheda della mostra, a cura di Maurizio Vitiello
Maria Pia Daidone ha presentato “SINTESI MATERICHE”. L’artista opera per riepiloghi finali dando vita a sintesi e determina preziosità semantiche. L’artista opera per coniugazioni estreme motivando e sostanziando una “sintesi materica fattuale”, che non ha nulla a che vedere con una “sintesi virtuale”. Questa ’innovazione seriale distingue la sua ultima produzione, che sviluppa tra Londra, Napoli e Cantalupo nel Sannio (IS) e che ha presentato in occasioni espositive di livello, tra cui, la rassegna internazionale di arte contemporanea “Premio Sulmona”, nel 2022 e 2023, e all’”EuroExpoArt” in “VerniceArtFair”, Forlì 2024 e 2025. Intende, così, sottolineare corpo e colori in un insieme energico e utile, anche per ripartire sostanza e movimento, nonché per determinare trasparenze e motivazioni, d’impeccabile valore semantico e filigrane emotive d’indiscussa valenza, che agitano onde intime e incapsulano vertigini. Con abile azione creativa è stata capace di determinare, in strati e sottostrati, alcuni colori, a contrappunto, e a specificare con garbo linguistico multiple densità tattili. Abbreviazioni risuonano nello specchio della memoria e producono, in un’ansia germinativa, nuove impostazioni calibrate e di carattere. Con queste opere emerge la volontà dell’artista napoletana di puntare all’essenza delle cose; va dritta al cuore. Tra le crepe di un tempo senza tempo, prorompe e si erge una consistenza che ci racconta la percezione di un intimo vissuto; quasi come un muro logorato dagli anni, scalfito da guerre e intemperie, da “fermare”. L’operazione si fa portavoce di una revisione esistenziale. Ecco il pensiero di Maria Pia Daidone sull’ultima sua produzione: “Il materiale cartaceo, come un abile trasformista, può diventare carezzevole e fragile o forte, duro, e compatto. Nelle ultimissime opere di questo ciclo fragilità e forza trovano la loro intima convergenza nel concetto di “Sintesi Materica” per diventare sentieri creativi di un intimo e ultimo pensiero proiettato verso l’essenza di un tracciato di vita.”