Perché il termine “A mazzamma” è diventato un insulto?

Il dialetto napoletano è ricco di tantissimi termini e molti di questi sono poco conosciuti. La fantasia di coloro che sono stati i nostri antenati ha fatto sì da far nascere innumerevoli modi di dire molto particolari ed originali che spesso non sono comuni nei dialetti peninsulari.

Il termine in questione oggi è “mazzamma”, che in senso letterario sta a significare “il pescato di piccole dimensioni e di poco valore da un punto di vista gastronomico e culturale”. Questo termine è utilizzato anche come dispregiativo nei confronti della bassa società e verso gli avanzi di produzioni che vengono poco considerati.

“Mazzamma” ha avuto anche un’origine dal lemma greco maza, che rappresentava un insieme di cose di poco valore messe insieme anche se nonostante questo, l’origine più concreta è quella legata al latino con il termine “massa”, dal quale deriva la parola maceria.

Solo successivamente a Napoli si è associato al termine latino massa, il suffisso amma. Questo neologismo ha dato vita alla parola “mazzamma”, coniata all’ombra del Vesuvio e assumendo il senso di un’accozzaglia indiscriminata, ovvero un’ammucchiata di persone o di cose che sono legate tra loro da una matrice grossolana e volgare.

Sono davvero tanti, infine, i termini che fanno parte del dialetto napoletano, molti sono comunemente usati altri invece sono meno conosciuti, più antichi e utilizzati solo in alcuni paesi. Essere napoletano vuol dire conoscere un dialetto verace e passionale, pieno di sentimento in ogni frase utilizzata.

Conoscere un italiano corretto significa sentirsi sempre all’altezza di esporsi in ogni occasione, ma ce ne sono alcune nelle quali utilizzare il proprio dialetto, in questo caso il napoletano, permette di dare più colore a ciò che si esprime, soprattutto quando a parlare è il proprio cuore.

 

Marianna Amendola