LA CHIESA SOCCORRE GLI INDIGENTI PER DARE ASSISTENZA SANITARIA.

Napoli, 1 marzo 2019 – La Sanità pubblica è stata la prima importante attribuzione di decentralizzazione alle Regioni, nell’ambito della riforma del titolo Quinto della Costituzione Italiana, con la legge costituzionale n° 3 dell’ottobre 2001. Un lungo processo, iniziato nel 1997, che ha decentrato amministrativamente e legislativamente una parte della P. A. per affidare ai territori una migliore risposta alle esigenze dei Cittadini, attuando la dinamica democratica, costituzionalmente prevista.

Si è pensato di attuare una moderna e differente ripartizione delle competenze normative tra lo Stato centrale, le Regioni e gli Enti locali, in ottemperanza ai principi superiori di sussidiarietà.

Il Cittadino, nel manifestare i suoi bisogni, doveva avere migliore soddisfazione ai suoi diritti. Doveva essere superato il centralismo di vertice e si sarebbero ottenute risposte che meglio e più velocemente avrebbero vestito le multiformi realtà del territorio e delle culture della nazione.

Con detta riforma, fu affermato che la Repubblica garantisce una partecipazione più ampia delle sue istituzioni e avvicina i cittadini, alla definizione dei processi formativi delle politiche sanitarie.

Un traguardo raggiunto? Tutti i Cittadini italiani hanno lo stesso trattamento sul piano sanitario?

Ha funzionato il concetto di pari opportunità e di uguaglianza tra la nostra Gente? Un cittadino di Pavia o di Udine ha la stessa assistenza sanitaria di un cittadino di Caserta o di Cosenza? Una regione materialmente ricca offre la stessa qualità assistenziale di una regione con meno sviluppo economico e con un reddito pro capite più basso dei suoi abitanti?

Molti ritengono che si sia realizzato malissimo la riforma costituzionale dell’attribuzione della potestà legislativa concorrente con quello dello Stato alle Regioni, anche nei rapporti internazionali e con l’Unione Europea.

Basti l’esempio di cronaca di oggi a Napoli che ha registrato l’inaugurazione, alla presenza del Vescovo ausiliare, Monsignor Lucio Lemmo, di due ambulatori oncologici gratuiti per persone bisognose, costituiti grazie all‘Istituto dei tumori Pascale e dal Pio Monte della Misericordia.

Il centro è all’interno dei locali della sagrestia della chiesa di San Tommaso a Capuano a via dei Tribunali, che saranno a disposizione dei poveri,  il lunedì, il mercoledì e il giovedì dalle 14.30 alle 16.30. Ci saranno: l’ambulatorio ginecologico, quello per le visite senologiche e quell’otorino testa-collo, oltre a quello urologico.

L’iniziativa, lodevole ovviamente, non si aggiunge, purtroppo, ma sopperisce alla carente situazione sanitaria esistente nella nostra città e nella Regione, che priva per interi mesi la cittadinanza, anche dei più banali mezzi di analisi, perché ai centri convenzionati non è riconosciuto il pagamento delle prestazioni da parte dell’Ente Regione.

Ogni trimestre, infatti, la Regione blocca per circa un mese su tre, la possibilità ai cittadini di fruire dei laboratori convenzionati, intasando poi quelli delle ASL, unici abilitati a fornire le prestazioni di analisi ed esami clinici.

E’ onesto, però, affermare che la gestione commissariale della sanità campana attuale, per riequilibrare il bilancio, disastrato dalle precedenti amministrazioni e uscire dal commissariamento, non ha potuto che operare il riequilibro, a scapito delle prestazioni sottratte alla Popolazione, nel mentre, le Regioni cosiddette più “virtuose” (ma anche più ricche) hanno scelto nel tempo, una politica diversa e più funzionale e vantaggiosa per la gente: impegnare le risorse nel pubblico e non nella sanità convenzionata con i privati.

E’ pur vero che hanno, altresì, usufruito di maggiori risorse, per il mancato rispetto dei parametri di distribuzione delle rimesse da parte dello Stato, che le ha sottratte alle Regioni e agli Enti del Sud.

L’apertura dell’ambulatorio è frutto dell’accordo, sottoscritto dal direttore generale del Pascale, Dott. Attilio Bianchi e dal Soprintendente del Pio Monte della Misericordia, Dott. Alessandro Pasca di Magliano.

L’atto firmato consente ai pazienti meno abbienti di ottenere la diagnosi precoce delle malattie oncologiche. Il progetto è finanziato dal Pio Monte della Misericordia, fondato nel 1602 e da quattro secoli impegnata in attività sociale di assistenza e beneficenza ed è uno dei primi al mondo a rivolgersi alle parti più bisognose della popolazione. Un ecografo è stato acquisito grazie al finanziamento del Vaticano per personale intervento di Papa Francesco che, ancora una volta, mostra la sua particolare sensibilità verso i più deboli e bisognosi.