The Martian – One man show su Marte

I membri dell’ equipaggio della missione Area 3 sono in avanscoperta sulla superficie del pianeta Marte, quando vengono improvvisamente travolti da una violenta tempesta. Uno di loro, il botanico Watney, viene ferito da un detrito ed il resto della squadra, credendolo morto, fa ritorno sul pianeta Terra. Inizia così l’incredibile prova umana di sopravvivenza del biologo che dovrà prolungare quanto più possibile le razioni di cibo e acqua per restare in vita fino all’arrivo dei soccorsi da parte della Nasa. Diretto da Ridley Scott, un nome che non ha bisogno di presentazioni, The Martian è tuttavia venuto fuori da un’altra penna, quella di Drew Goddard, ed è la trasposizione cinematografica del romanzo dell’ingegnere informatico poi diventato scrittore Andy Weir. Si può da questo comprendere meglio la natura di The Martian, forse il film più “scientifico” di Scott, in cui tutto quadra e non c’è riferimento ai terribili mondi visti in Blade Runner (in questo caso la penna apparteneva al re dei futuri distopici Philip K. Dick) o alle fattezze terrificanti di Alien. Quello a cui assistiamo qui invece è un vero e proprio one man show da parte dell’ottimo Matt Damon, costretto a vivere in esilio tra le desolate e desolanti lande del pianeta rosso, tenendo un diario di bordo per non smarrire la sanità mentale ed attingendo a tutte le sue capacità di biologo per coltivare e restare in vita. Una grande prova regista di Ridley Scott, che negli ultimi anni aveva perso la verve cinematografica che l’ha sempre contraddistinto, il quale riesce nell’obiettivo di confezionare un film godibilissimo e scientificamente meticoloso partendo da un soggetto che difficilmente sembrava potesse applicarsi alla celluloide.

Andrea Ruberto