Alla Sala Assoli il Collettivo Nest porta in scena “Love Bombing”, scritto e diretto da Giuseppe Miale di Mauro

Sabato 5 e domenica 6 novembre il Collettivo Nest arriva in Sala Assoli con “Love Bombing“, una produzione Nest Napoli est Teatro e Casa del Contemporaneo. “Love Bombing” è scritto e diretto da Giuseppe Miale di Mauro, con Giuseppe Gaudino (Il Falco), Antonio Marfella (L’Avvocato), Adriano Pantaleo (‘O Guaglione), Salvatore Presutto (Il Mujahideen), Giovanni Serratore (L’Ergastolano) e Andrea Vellotti (Il Pediatra).

Love Bombing” è uno spettacolo capace di calarsi profondamente nell’attualità e nelle sue paure e, al tempo stesso, di rappresentare una profonda e più complessa riflessione sulla libertà e la responsabilità. Partendo dalla cronaca, dalle problematiche che attanagliano il nostro spazio vitale, Love Bombing utilizza come pretesto la minaccia dello stato islamico per indagare sulla degenerazione umana. Utilizzando il teatro come luogo di ragionamento e approfondimento, affronta un tema che tocca chiunque: la perdita dell’umanità. Fuori, i Mujaheddin che portano a compimento il genocidio, dopo aver decapitato il Papa e portato il mondo occidentale alla sua fine. Dentro un bunker, cinque uomini nascosti nel disperato tentativo di sopravvivenza. Un microcosmo in cui resiste il senso di appartenenza, di fratellanza, quel briciolo di civiltà che l’attacco islamico sembra aver sepolto insieme a tutte le teste tagliate, finché uno del gruppo riesce a catturare un Mujaheddin e decide di portarlo all’interno del bunker per torturarlo e vendicarsi. È questo l’episodio che scatenerà un conflitto tra i cinque personaggi e li costringerà a dover scegliere tra quello che erano e quello che sono diventati. Un ultimo tentativo di restare umani in un contesto apocalittico che fa perdere le identità e che trasforma gli uomini in animali.

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Note di regia
Lo stato Islamico come pretesto per raccontare il disfacimento dell’umanità.
Ho nascosto cinque uomini in un bunker (come facevano gli ebrei) nel disperato tentativo di sopravvivenza. Creando un microcosmo in cui resiste il senso di appartenenza, di fratellanza, quel briciolo di civiltà che l’attacco islamico sembra aver sepolto insieme a tutte le teste tagliate, finché uno del gruppo riesce a catturare un Mujahideen e decide di portarlo all’interno del bunker per torturarlo e vendicarsi. È questo l’episodio che scatenerà un conflitto tra i cinque personaggi e li costringerà a dover scegliere tra quello che erano e quello che sono diventati. Un ultimo tentativo di restare umani in un contesto apocalittico che fa perdere le identità e che trasforma gli uomini in animali. Da qui l’idea di abbassare scenograficamente il tetto del bunker costringendo gli attori a non poter assumere più una posizione eretta, come se il cerchio dell’evoluzione di Darwin si fosse chiuso su se stesso e avesse ricongiunto l’uomo alla scimmia.
C’è chi sostiene che la guerra sia insita nell’essere umano come la vita e la morte. Quella guerra che annulla ogni forma di civiltà, di umanità e che trasforma gli uomini viventi in morti viventi.
(Giuseppe Miale di Mauro)

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Sala Assoli
Vico Lungo Teatro Nuovo, 110

Prenotazioni: promozione.salaassoli@gmail.com – 339.4290222

Ester Veneruso