Start/Interno 5 ospita la compagnia Carullo/Minasi con “De Revolutionibus – Sulla miseria del genere umano”

Prosegue allo Start/Interno 5 di Via San Biagio dei Librai la rassegna “Trans-lochi” (teatro, danza, arti performative).  In scena sabato 16 aprile alle ore 21.00 e domenica 17 aprile ore 18.00 la compagnia Carullo/Minasi con “De Revolutionibus – Sulla miseria del genere umano“, diretto e interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. Lo spettacolo, vincitore del premio Teatri del Sacro è tratto da Il Copernico e Galantuomo e Mondo, Operette Morali di Giacomo Leopardi.
IlCopernico
-operetta infelice e per questo morale-
Con la sua “Operetta”, nelle insolite vesti di Drammaturgo Demiurgo, Leopardi ricostruisce l’Ordine dell’Universo, ben drammatizzando intorno allo sbriciolamento dell’orgoglio umano, ormai da ritenersi infondato dinnanzi a Sua Eccellenza Sole, stufa di girare intorno “ad un granellino di sabbia” per far luce a “quattro animaluzzi”. Il genere umano, così, scacciato dal centro dell’universo e spostato con la sua piccola sfera alla periferia del sistema solare assiste, cosciente, alla propria “Apocalisse”. A voce d’un inerme Copernico, si profetizzano e stigmatizzano le miserie d’un re spodestato: l’uomo. Operetta infelice e, per questo, morale intorno alla possibile rivoluzione del nuovo mirare dell’uomo nella profondità della propria miseria. Così dalla minuscola e misera Terra si precipita verso il baratro delle non conosciute Luminose Meraviglie, nell’infinito buio dipinto di stelle, nella profondità e nell’abisso di ciò che rimane una speranza, l’esser parte di un’ Infinita Meraviglia: il Creato. “Niuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto che il potere l’uomo comprendere e fortemente sentire la sua piccolezza” Zibaldone.
Galantuomo e Mondo
-operetta immorale e per questo felice-
Con la moderna e sfrenata “civilizzazione”, cioè con il sopravvento del raziocinio sul sentimento e della tecnica sullo spirito, il Mondo è divenuto nemico d’ogni virtù. Nel dialogo leopardiano il “Mondo” spiega all’ingenuo Galantuomo, il quale ha sempre coltivato la virtù e frequentato la bottega della Natura e della Poesia, come ci si deve comportare se si vuole servirlo con successo. In tempi di progresso, lì dove il Mondo “non può far altro che camminare a ritroso”, l’ Uomo deve appigliarsi a “tutto il contrario di ciò che gli parrebbe naturale,compiendo ogni rovescio” e divenendo così “penitente di ogni virtù”. Il Mondo, travestito da Signorina Civiltà tutta vizi e capricci, divorato ogni fondale di immaginazione in cui potere sperare di precipitare, definisce gli estremi d’ un freddo quadro di miseria, dove “tutti gli uomini sono come tante uova”, dove è proibito ogni segno di vera vita. Qui la rivoluzione procede al contrario e diventa involuzione, in quanto il ridimensionamento dell’uomo porta seco una conseguenza negativa, da qui la menzogna utilitaristica. In uno scherzo d’impazienza e rassegnazione, Leopardi “conscio che gli uomini non si contenteranno di tenersi per quello che sono, andando sempre raziocinando a rovescio” presenta la loro Operetta immorale e, per questo,miseramente “felice”.

Info e biglietteria:
Start/Interno 5 Via San Biagio dei Librai, 121 – Napoli
tel: 0815514981-3402633527

Ester Veneruso