A Sala Ichòs la Piccola Compagnia della Magnolia porta in scena “Adagio Nureyev / Ritratto d’artista”

Con la nuova creazione “Adagio Nureyev / Ritratto d’artista“, che verrà presentata in forma di primo studio il 17-18-19 febbraio a Sala Ichòs e che debutterà a luglio al Festival delle Orestiadi di Gibellina, la Piccola Compagnia della Magnolia conclude il progetto Bio_Grafie avviatosi con ZELDA / Vita e Morte di Zelda Fitzgerald e proseguito nel 2016 con 1983 BUTTERFLY.

Il lavoro percorre in maniera poetica e non narrativa l’esistenza del grande danzatore russo, per aprire una fessura sull’arte nel senso più ampio, sulla vocazione dell’artista, sulle questioni di tecnica e sentimento, sulla solitudine e la precarietà che il lavoro di palco comporta, sul senso di sublime che l’arte dona alle persone nel quotidiano, sulle forze sconosciute che guidano gli artisti, sulla necessità politica di difendere il poetico. Adagio Nureyev è un canto d’amore incondizionato verso la grazia e il mistero del mestiere dell’arte. La Compagnia costruisce il lavoro tra i due poli di un disequilibrio esistenziale che abbraccia le inquietudini esistenziali del suo predecessore Nijinsky e l’equilibrio ferreo nel lavoro dell’erede Nureyev, considerato un’icona pop del ‘900. Per aver vissuto la povertà, il comunismo e il suo crollo, la gloria, la fortuna, l’Aids, l’esposizione mediatica, l’idolatria dei fan, Nureyev può essere considerato una sintesi del secondo Novecento. Lo spettacolo si costruisce per addizione di segni sonori, visivi, testuali, cercando nel ritmo, nel silenzio e nella ripetizione, la possibilità di un incontro rituale con il pubblico. In scena Davide Giglio, cofondatore della Compagnia, è un corpo-voce crudo e carnale, estremo e carismatico, che si fa tramite della visione dell’artista quando incontra la fatica, la gloria, il pubblico, le proprie origini, la paura dell’oblio, la morte.

Adagio Nureyev 1

«Se rincorriamo solo la meta e non comprendiamo il pieno ed unico piacere di muoverci, non comprendiamo la profonda essenza della vita, dove il significato è nel suo divenire e non nell’apparire. Chi non conoscerà mai il piacere di entrare in una sala con delle sbarre di legno e degli specchi, chi smette perché non ottiene risultati, chi ha sempre bisogno di stimoli per amare o vivere, non è entrato nella profondità della vita, ed abbandonerà ogni qualvolta la vita non gli regalerà ciò che lui desidera. È la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa od essere ricambiati». Lettera alla danza, Rudolf Nureyev.

Rudolf Nureyev: ballerino, coreografo, avventuriero, dandy, lavoratore instancabile. La sua vita assomiglia a un romanzo, in cui bellezza, talento, ribellione, nostalgia e solitudine si intrecciano: dalla nascita su un vagone della Transiberiana sperduto nelle steppe russe nel 1938, al passaggio all’Ovest nel 1961, dal sodalizio con la più celebre étoile del tempo, Margot Fonteyn, alle innumerevoli e mai nascoste relazioni omosessuali, dal successo travolgente sui palcoscenici di tutto il mondo al ruolo di protagonista nel Valentino di Ken Russell, fino all’incarico di direttore del Balletto dell’Opéra di Parigi, alle performance come direttore d’orchestra, e alla morte, avvenuta per aids nel 1993.

Orario spettacoli: venerdì e sabato ore 21 e domenica ore 19.

Sala Ichos
Via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio (NA)
Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra.
Lo spazio è dotato di parcheggio ampio e gratuito.

Info e prenotazioni: 335.7652524 – 335.7675152 – 081.275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

Ester Veneruso