Animali Notturni – La violenza dell’estetica

Titoli di testa: delle donne obese, completamente nude, si esibiscono in una grottesca danza che mette in luce le loro forme strabordanti ed in declino. E’ la raccapricciante installazione di Susan Morrow (Amy Adams), direttrice di una galleria d’arte. La donna, sposata da diversi anni con Walker Hutton (Armie Hammer), sta attraversando una fase del matrimonio di inevitabile logorio e si trascina stancamente nel mondo dell’apparire e dell’apparenza, quando, inaspettatamente, riceve per posta un manoscritto dal suo ex marito Edward Sheffield (Jake Gyllenhall).

Animali notturni, questo il titolo del romanzo, è una storia cruda, violenta, che parla di perdita, dolore e vendetta. Tony Hastings (alterego di Edward) è vittima e testimone di una terribile vicenda di violenza che viene consumata da parte di Ray Marcus (Aaron Taylor-Jhonson) e della sua gang nei confronti della sua famiglia, sullo sfondo dei desolanti paesaggi texani. Una storia piena di rimandi alla loro relazione e conseguente rottura che trascina inevitabilmente Susan in un vortice di ricordi, in un’auto analisi sulla sua vita, le sue scelte ed i motivi della sua attuale infelicità.

50805_AA_6087 print_v2lmCTRST+SAT3F Academy Award nominee Amy Adams stars as Susan Morrow in writer/director Tom Ford’s romantic thriller NOCTURNAL ANIMALS, a Focus Features release. Credit: Merrick Morton/Focus Features

Il cortocircuito metaletteratio è intessuto con maestria ed eleganza dal regista/stilista Tom Ford, qui alla sua seconda prova dietro la macchina da presa. Sono passati sette anni dal suo esordio con quel “Single Man” che descrisse il turbamento e le emozioni di George Falconer (Colin Firth), professore omosessuale in lutto per la perdita del suo compagno. Ancora una volta quello messo in scena dal regista è un film che parla di assenza, emozionale, viscerale, si insinua sinuosamente nell’animo dello spettatore. Trasposizione del romanzo Tony e Susan, di Austin Wright, la pellicola, premiata con il Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 2016, è permeata dalla poetica e dallo stile di Ford. L’estetica, che ne è il marchio pregnante e distintivo, viene qui rappresentata da una bellezza viziata, abbrutita, come nella raccapricciante esibizione iniziale o nei volti seducenti dei violenti animali notturni che aggrediscono Tony e la sua famiglia. Nel quadro di questo stupro sistematico dell’autentica bellezza, le velleità artistiche di Edward sono scambiate per debolezza da Susan, che si rifugia tra le braccia di un’affascinante imprenditore che le offre un mondo fatto di vacuità ed apparenza. Una scelta con la quale sarà costretta a fare i conti dopo tanti anni, intrappolata in una tela di ragno di cui Edward tesse le fila nell’ombra.

Retto da interpretazioni magistrali, accompagnato dalle suggestive note del compositore Abel Korzeniowski, sontuoso, di un’eleganza raffinata, sospeso tra estetica e violenza: Tom Ford dirige un thriller cupo, gelido, penetrante, uno dei migliori film della stagione, facendosi perdonare per i sette anni di silenzio artistico.


Andrea Ruberto