“Sette minuti”, scritto e diretto da Luisa Guarro, sarà in scena al Nuovo Teatro Sanità

Il finale di stagione del Nuovo Teatro Sanità vede in scena, nel weekend del 27, 28 e 29 maggio, lo spettacolo “Sette minuti”, scritto e diretto da Luisa Guarro, con Luca Gallone, Rosario Giglio, Ivano Russo, Omar Suleiman. La pièce teatrale è liberamente ispirata al romanzo Uomini sotto il sole dell’attivista palestinese Ghassan Kanafani. La vicenda narra la fuga di tre uomini che attraversano il deserto rinchiusi in un’autocisterna, per arrivare da Bassora in Kuwait, nella speranza di un futuro migliore. L’adattamento di Luisa Guarro vuole rappresentare l’umana fragilità che emerge nelle condizioni di estrema privazione, sia morale che fisica, mostrando agli spettatori la realtà di una condizione senza via d’uscita.
Abu Qais, Asad e Marwàn, protagonisti della storia, sono tre uomini comuni ed innocenti che tentano la sorte spinti dalla speranza di trovare lavoro in un nuovo Paese. Il sole cocente, che li accompagnerà in questo viaggio, non sarà, però, la loro “buona stella”, ma piuttosto il simbolo della sofferenza e della fatica a cui sono costantemente sottoposti. La condizione estrema dei tre fuggiaschi, è quella in cui si trova, in fondo, ogni uomo: l’impotenza assoluta. La fuga è l’ultima possibilità che gli uomini possono darsi, ma in essa ogni decisione è ormai annullata, rimane solo il presente che scorre sotto i propri corpi impotenti. Sette minuti sono il lasso di tempo che ad Abu Qais, Asad e Marwàn rimane dinanzi alla morte. Sette minuti di assenza, di privazione, di attesa di un destino già segnato. Un silenzio che grida e rivendica giustizia, ma che al tempo stesso denuncia l’impossibilità di sconfiggere il potere di ciò che è troppo forte rispetto alla nostra fragilità esistenziale.

Setteminuti

NOTE DI REGIA
Sette minuti” è la storia di tre uomini, che tentano di arrivare clandestinamente da Bassora al Kuwait, attraverso il deserto; Tutto lo spettacolo ruota intorno alla pianificazione e realizzazione del terribile viaggio.
Gli “uomini sotto il sole”, di Ghassan Kanafani, sono Abu Qais, Asad e Marwàn, un vecchio, un uomo e un ragazzino, che con il loro carovaniere si addentrano nel deserto, sotto il sole cocente.
Ma “uomini sotto il sole” sono anche gli uomini in quanto tali, abitanti della terra su cui picchia il sole, ad essi sembra rivolto un monito universale: che nessun sia debole e inerme di fronte al pericolo, di fronte alla morte!
E ancora “uomini sotto il sole” sono tutti gli uomini disperati che, sotto il sole, alla sua luce, ovvero al cospetto della consapevolezza e della responsabilità di tutti, affrontano la morte per non morire.
Dal magnifico racconto di Gassan Kanafani nasce uno spettacolo nel quale lo sguardo rivolto all’uomo non si complica con analisi sofisticate, tutta la riflessione è rimandata all’osservatore, spettatore di una vicenda narrata e agita senza anteporre commento. L’unica considerazione da cui si parte è che, posto di fronte a scelte estreme ed obbligate, in condizioni nelle quali la morte è questione di un tempo breve – Sette minuti – l’uomo è nudo e semplicemente uomo, ha sete, ha fame, di cibo e di aria, ha speranza e paura e la sua fragilità è quella di ciascuno.
Il racconto di Ghassan Kanafani termina con una domanda aperta e irragionevole e nello spettacolo tentiamo di dare ad essa una risposta semplice, meccanica, al fine di ridurre la questione alla sua elementare essenza. Anche altri racconti di Kanafani lasciano in sospeso domande simili e tutte sembrano simboleggiarne una: perché il popolo palestinese, semplice popolo di pastori e pescatori, non ha reagito adeguatamente contro la soverchiante potenza militare israeliana e la disfatta totale? perché il piccolo e inerme popolo non ha battuto il gigante nemico? Le risposte possibili, suggerite da episodi apparentemente distanti, sono chiare e semplici e rivelano “l’irragionevolezza” di quelle domande: la reazione del popolo palestinese, dove c’è stata, è stata vana e inadeguata per l’eccessiva disparità delle forze contrapposte. Uomini inermi e senza forze non possono opporsi alla disfatta.
Eppure Kanafani lascia che i suoi personaggi gridino quelle domande a voce alta e disperata, come a voler permettere che la rabbia e la forza dell’irrazionale accusa ai padri (non aver battuto il nemico, essere sopravvissuti al sopruso) diventi forza attiva nei figli, perché nessuno di essi si faccia nuovamente sorprendere debole, inerme e senza forze dalle avversità e dal nemico pronto ad inferire la morte.
Così il poetico e umano Ghassan Kanafani rivela il suo spirito di attivista, promotore della resistenza palestinese, anche nei suoi racconti, mostrandosi tanto più incisivo e pericoloso quanto più poetico e umano. Fu ucciso dal Mossad nel 1972 a soli 36 anni.
Luisa Guarro

Setteminuti 2

Programmazione: venerdì 27 maggio, ore 21.00; sabato 28 maggio, ore 21.00; domenica 29 maggio, ore 18.00.

Info e prenotazioni: 3396666426 – info@nuovoteatrosanita.it

Nuovo Teatro Sanità, piazzetta San Vincenzo 1, Rione Sanità – Napoli.

Ester Veneruso