Hypokritès Teatro Studio porta “Breviario del caos” sulla scena di Galleria Toledo, dal 28 al 31 gennaio; l’ideatore del progetto, Enzo Marangelo, ha gran merito per aver identificato, tra le fila degli autori più scomodi, Albert Caraco, una personalità assolutamente singolare della letteratura in lingua francese. Lo spettacolo è vietato a minori. La performance dura 45 min. ed è riservata a 50 persone al massimo. Lo spettacolo avrà due rappresentazioni, una alle ore 19.00 e una alle ore 21.00.
Albert Caraco è un autore cosmopolita e d’immensa cultura, la cui opera trasuda in ogni parola un sentimento della vita senza compromessi, pervasa di una tragicità assoluta e inguaribile, tale da poter essere assimilata a quella di maestri più noti, quali sono Artaud, Celine, Cioran o Dostoeskij. Una scrittura densa e radicata in un esistenzialismo disperato, in cui il disincanto verso la condizione umana non propone soluzioni consolatorie, dove disillusione e inferno interiore divengono elementi fondanti su cui la scrittura sedimenta il dolore e affonda in una fredda e annichilita disperazione. Perciò Marangolo compie un gesto di alta qualità, nel momento in cui trasferice e rivela le visioni di Caraco sul palcoscenico, in un progetto-istallazione che si consiglia al solo pubblico adulto, che vanno a rispecchiare l’insensatezza della violenza quotidiana del nostro tempo e il terribile destino che unifica tutti i popoli.
“Che se gli uomini non sperassero affatto, il loro gruppo non sarebbe più lo stesso, che se gli uomini non credessero affatto, la loro condizione cambierebbe forse: così la speranza e la fede aggiungono soltanto ai loro mali, ma fanno la felicità dei loro padroni e gli spiritosi, nonostante la loro santità, possono soltanto siano i cani di guardia. Il giorno del giudizio, né la speranza né la fede saranno perdonate, alla vista delle morti soltanto avranno fatto sorgere ed agonizzanti, che inducono a moltiplicare, fino al loro ultimo soffio, la loro sementa“. Albert Caraco
“Non credo ad un fallimento dei “nostri tempi”, ad una crisi dell’oggi a cui seguirà una rinascita; credo piuttosto ad un’identità biologica che prevede per sua natura questa reiterazione del degrado, del vuoto, del sopruso di pochi che incidono sulla realtà di tanti. All’infinito si susseguono tiranni e schiavitù, mascherati dal tentativo utopistico di democrazie e civiltà evolute. Quella razionalità che avrebbe dovuto significare, nella storia, un principio evidente di superiorità dell’essere uomo, un valore aggiunto di uomo animale politico, linguistico, etico, poetico rispetto alla naturale e istintiva forza di sopravvivenza di una cavalletta, è invece traccia di un’umiliazione, di uno svilimento ancora maggiori se guardata dal punto di vista della paradossalità di situazioni, di condizioni in cui finiamo per trovarci per effetto stesso di quella macchinosa ratio di cui disponiamo. Prima di Breviario del caos, il senso dell’esistenza aveva già ispirato le mie creazioni artistiche: questa installazione si rivela, inaspettatamente, il completamento di una trilogia: se in Quad – Geometrie esistenziali avevo nella mente l’ossessiva ripetitività del percorso quotidiano in cui siamo imprigionati come in un perimetro di una figura geometrica, se in Numeri ho dato un nome al potere che in questa epoca determina tutto e ci condiziona, l’economia, ora ci vedo sezionati nella sola autenticità che forse conserviamo: l’essenza, direbbe Caraco, di un automa spermatico“. Enzo Marangelo
Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34
80134 Napoli
Per info: 081.425037 – galleria.toledo@iol.it
Ester Veneruso