Giro di vite ai botti illegali: sequestrati a Melito due tonnellate di materiale pirotecnico

E’ giro di vite quest’anno per quanto riguarda i fuochi d’artificio e botti illegali creati artigianalmente in Campania. La lotta da parte delle forze dell’ordine, infatti, sembra essere iniziata con largo anticipo anche a Melito di Napoli, dove i carabinieri di Giugliano in Campania, affiancati dai colleghi del nucleo artificieri di Napoli, hanno arrestato ieri per detenzione e commercio illegale di materiale pirotecnico due ventenni di casavatore- entrambi incensurati-, un uomo di 42 anni residente a casavatore, altri due ventenni ed un uomo di 72 anni, residente in via edison. Tutti volti già noti alle forze dell’ordine per diversi reati.

L’azione è scattata dopo che i militari, presso il Corso Europa di Melito di Napoli, notavano due uomini, padre e figlio,che con fare circospetto prelevavano e consegnavano 30 kg di fuochi d’artificio ad altri tre uomini, poi identificati e denunciati a piede libero. La somma per i 30 kg di materiale pirotecnico, di ben 600 euro in denaro contante, ha permesso ai militari di fermare ed identificare gli autori del crimine dopo aver provveduto sia a sequestrare il materiale illegale che il denaro contante.

Le immediate indagini svolte dai militari hanno permesso, grazie a veloci ed efficaci interrogatori, ad individuare, perquisire e recuperare -su via edison- in un deposito ben protetto da sguardi indiscreti, 2 tonnellate di materiale pirotecnico di fabbricazione artigianale, appartenente alla iv° e v° categoria, ovvero  batterie di fuochi d’artificio artigianali, artifizi non convenzionali.

La detenzione dei fuochi, effettuata senza alcun tipo d’attenzione, avrebbe potuto in qualsiasi momento creare danni enormi ed incidenti mortali, conseguenza delle fortissime deflagrazioni con potenza attiva nel raggio di centinaia di metri. Al fine d’effettuare un  sequestro in sicurezza, infatti, gli artificieri del comando provinciale di Napoli sono intervenuti sul posto mentre, nelle stesse ore, gli arrestati venivano tradotti nel carcere di Poggioreale.