Crisi idrica Formia tra inadempienze e la legge del taglione

A seguito delle manifestazioni libere e spontanee effettuate dalla cittadinanza il 29 e 30 agosto scorsi, durante le quali sono state bloccate arterie principali come la Via Flacca, il tutto solo ed esclusivamente per porre l’attenzione delle istituzioni riguardo il gravissimo problema di carenza idrica che per oltre tre mesi ha colpito non solo Formia ma tutto il sud Pontino, la risposta dello “stato” non è stata certo felice.

Continuano ancora oggi infatti le denunce per interruzione di pubblico servizio verso cittadini stanchi e vessati, che per quasi tre mesi hanno lottato contro gli enormi disagi di una carenza idrica pressochè totale, con zone a fornitura idrica addirittura assente per cinque o sei giorni. Oltre alle palesi inadempienze del gestore, le misure “repressive” al cittadino manifestante appaiono totalmente fuori luogo – soprattutto considerando che i cittadini che hanno manifestato liberamente il proprio disagio nei confronti dei rappresentanti sia istituzionali che privati, come Acqualatina, non sono pregiudicati o criminali di professione, ma semplici cittadini come donne anziane, invalidi e anche minorenni.

La regola dei paraocchi, se applicata sul cittadino vessato, non aiuta certo a rasserenare gli animi, soprattutto considerando che la fornitura idrica in zona Formia è ancora altalenante, che i disservizi di questi tre mesi hanno gravato fortemente sulle famiglie e i loro componenti sia psicologicamente che economicamente. Ricordiamo anche che molti cittadini ieri mattina si sono recati al commissariato di Polizia per formalizzare delle autodenunce, il dirigente però rifiutandosi di prenderle in carico ha solo deciso di raccogliere nominativi e numeri di telefono.

La vicinanza della cittadinanza formiana e non solo ai denunciati è pressochè totale, tante infatti sono le manifestazioni di solidarietà concreta anche da parte di Avvocati Penalisti che hanno offerto il loro patrocinio gratuito. E’ fondamentale comprendere però che se errori sono stati fatti, anche e soprattutto in buona fede, nel manifestare, questo è solo ed esclusivamente responsabilità sia degli amministratori che del gestore idrico. Le responsabilità, come spesso accade in queste circostanze, si rimpallano in un gioco infinito molto simile al “ping pong”.

Nessun responsabile quindi per tre mesi di inadempienze verso il cittadino e i suoi diritti? Tre mesi con un’ora di acqua al giorno – se ti va bene e non sei ai piani alti – senza contare l’aspetto psicologico di non sapere se andrà via, quando tornerà, se tornerà. E’ non è solo questione di carenza idrica, l’emergenza si poteva gestire meglio e soprattutto non lasciando “a secco” intere zone della città, mentre altre venivano rifornite continuamente e completamente, non si sa poi perchè.

Pessima gestione dei flussi idrici, degli orari, comunicazione – pressochè assente – con il cittadino, con interruzioni improvvise o avvisi con uno “scarto” di cinque minuti tra l’avviso e l’attuazione. Questo è il gestore, questo è Acqualatina. La freddezza delle istituzioni a questo problema è stato ed è palese, il cittadino formiano non ha sentito vicinanza da parte dei rappresentanti, delle istituzioni, e soprattutto la spada di Damocle che pesa sui denunciati è la goccia che fa traboccare il vaso.

I cittadini formiani sono Persone, esseri umani con famiglie, figli e doveri, pagano le tasse. I loro diritti, se non vengono rispettati, chi li tutela?

Sono stati attuati due pesi e due misure quindi verso il cittadino formiano, che ha manifestato liberamente e civilmente – ricordiamo che durante le manifestazioni non sono stati utilizzati mezzi coercitivi dalla polizia – per un proprio diritto inalienabile: l’acqua. Ci chiediamo – se tanto celermente sono stati trovati i cittadini manifestanti “colpevoli” del reato d’interruzione della via Flacca – come mai la magistratura nonostante le numerosissime denunce verso il gestore idrico si sono sfiorate catastrofi sotto il profilo igienico sanitario, o peggio la dipartita di qualche ammalato anziano e allettato, incolpevole e ignaro della cattiva gestione di un privato?

Si sa, la legge del taglione fa solo altre vittime, troppo spesso innocenti, mentre il piu’ forte continua a pavoneggiarsi e, con sorriso beffardo, a trovare nuove scuse per gli enormi disagi e danni fino ad oggi cagionati all’intera popolazione del sud pontino. Per questo chiediamo, soprattutto alla magistratura, di allentare il “pugno di ferro” verso incolpevoli cittadini vessati e stanchi da mesi di scellerata gestione idrica, appurando invece le responsabilità di chi non ha saputo garantire equità nella fornitura idrica, verificando inadempienze, imperizie e soprattutto ripristinando i valori di equità e verità, la stessa che è stata trascurata per troppo tempo, tanto da portare anziani e donne esasperati a bloccare le vie principali della città.

 

Dario Aloja – inviato Napolinews24.net – zona Formia