Napoli mia urla più forte, nella speranza che qualcuno ti senta…

Mi ritorni in mente bella come sei, anzi eri. Napoli città mia, città dai mille colori, dai mille sapori e dalle infinite sfumature. Mi ritorni in mente ogni volta che rientro da un viaggio, che ritorno da un altro posto e provi a fare le differenze. Di lei conosco tutte le bellezze, tutte le difficoltà, tutti i suoi luoghi o almeno la maggiorparte, ma quando rientro da un viaggio vedo tutte le sue piaghe, i suoi dolori, sento le sue grida di allarme, di richiesta di aiuto. Una città allo sbando che vive di ricordi e di turisti che ogni giorno la visitano e ne prendono fortunatamente il meglio. Ma l’occhio attento non può non accorgersi del degrado, dell’abbandono, di ferite lasciate incancrenire da un lassismo pericoloso e non accorgersi che ti stiamo via via perdendo. Le differenze che noti quando torni sono tante, troppe e tu che la vivi 365 giorni all’anno, ogni giorno da anni e anni, non puoi restare fermo cosi. Qualcuno deve aiutare la vecchia Partenope. Le sue grida di dolore stavolta non ammalierebbero nessuno ma sicuramente desterebbero anche Ulisse che riuscì a superare il canto ammaliante della nostra Sirena. Napoli chiede aiuto ma a chi? Alle istituzioni sorde? Alle istituzioni che tagliano nastri e si beano di vecchi fasti o si inventano lucide follie pur di dire che tutto funziona? Napoli chiede aiuto ai suoi figli, a noi napoletani, e non certo per sconfiggere gli atavici mali, ma chiede aiuto per le piccole cose, per i problemi quotidiani e ti accorgi di tutto questo quando torni nella tua città, nella tua e nostra Napoli, quando scendi da un treno alla stazione, da un traghetto al porto, da un aereo a Capodichino, quando aspetti una metro dopo che sei stato in un’altra città, quando invano aspetti un autobus, non a sera tardi come ti è capitato di prenderlo a 200 km  di distanza alle 23:15, ma all’ora di punta e il deserto dei tartari diventa realtà in un mare di auto che ogni giorno inonda le vie della nostra amata Partenope. Insomma nei giorni normali dove anche andare lavoro diventa difficile, troppo difficile. Ma ne riparliamo….