Inaugurato lo stadio “Antonio Landieri”, in via Hugo Pratt a Napoli. In memoria della vittima innocente di camorra

Questa mattina, alla presenza del sindaco Luigi de Magistris, insieme ad altri esponenti della sfera politica, si è tenuta l’inaugurazione dello stadio “Antonio Landieri” in via Hugo Pratt a Napoli.
Lo stadio è stato intitolato in memoria di “Antonio Landieri” vittima innocente di camorra, a 13 anni dalla sua morte. Antonio aveva soltanto 25 anni quando fu ucciso, per errore, il 6 novembre 2004. Due proiettili gli trafissero la schiena, mentre si trovava al rione “Sette palazzi”, durante la Faida Scampia.
Era stato scambiato assieme ai suoi amici per uno spacciatore nemico al clan. Ma Antonio era innocente, non c’entrava nulla con la malavita. La sua difficoltà motoria, dovuta ad una disabilità, non gli permise di fuggire velocemente agli spari. I suoi compagni se la cavarono, lui spirò quel giorno. Morì per un errore di persona. Non solo, Antonio fu anche inizialmente dipinto come un criminale, sparato da altri criminali. Una beffa, oltre la morte.
Fu quindi sepolto senza onori, senza funerali. Soltanto nel 2015, il Ministero degli Interni lo ha finalmente riconosciuto come vittima innocente della criminalità organizzata, grazie al supporto del Coordinamento campano dei familiari di vittime innocenti di criminalità, la fondazione Polis e Libera Campania.
Dopo 13 anni Antonio ha avuto la sua vittoria. All’epoca, la vittima in questione non ebbe nemmeno i funerali. Oggi tutto questo è stato reso possibile anche grazie alle istituzioni, alle associazioni e ai familiari delle altre vittime di camorra. Si prevede, quindi,  una nuova era per la Scampia sportiva. Dopo tante lotte, il popolo di scampi avrà uno stadio all’altezza, dove i giovani finalmente giocheranno su un terreno di gioco in erba sintetica. Il campo è stato realizzato attraverso l’uso di gomma riciclata dei pneumatici abbandonati nella terra dei fuochi, e reso possibile  grazie ad un progetto finanziato con 400mila euro dalla società Ecopneus, attraverso un protocollo d’intesa con ministero dell’Ambiente, Comuni e Prefetture di Napoli e Caserta.

R.D.A