Mad Max: Fury Road – Una corsa adrenalinica nel deserto

Ossessionato da terribili visioni del passato, l’ex poliziotto Mad Max (Tom Hardy) vaga solitario a bordo della sua V8 Interceptor tra le lande desolate di uno scenario post-apocalittico. Catturato dai Figli di Guerra, un esercito di guerrieri, viene portato all’interno della cittadella e catalogato come donatore universale di sangue, strumento per rinvigorire i soldati. Qui regna incontrastato Immortan Joe, il tiranno signore della guerra che, essendo unico possessore delle riserve d’acqua, ha potere assoluto sulla comunità. Contemporaneamente Furiosa (Charlize Theron), una figlia della guerra di alto livello gerarchico, tra guidando una blindocisterna nel deserto, pianificando segretamente la fuga delle cinque mogli di Immortan Joe, ragazze fertili utilizzate per proseguire la stirpe dei guerrieri. Scoperti i suoi intenti, Immortan insieme al suo esercito le da la caccia e Max riuscitosi a liberare prosegue il suo viaggio con Furiosa, dando inizio ad una folle ed adrenalinica corsa nel deserto.

Diretto, co-sceneggiato e co-prodotto da George Miller, Mad Max: Fury Road è un film fuori di testa, adrenalinico dal primo all’ultimo minuto. Rivisitazione di Interceptor, film del 1979 con protagonista Mel Gibson cui seguirono due sequel, questo nuovo episodio della saga spinge ancor più che in passato il piede sulla tavoletta dell’acceleratore. Ambientato in un futuro distopico nel quale chi ha il potere sugli stumenti controlla il popolo, quella descritta è una società della guerra in cui motori e cromature si intrecciano con richiami a filosofia e religione e soldati Kamikaze sacrificano sé stessi in nome del Valhalla. Il film è retto dalle ottime interpretazioni di Tom Hardy, star in costante ascesa dell’attuale panorama cinematografico e Charlize Theron, la vera eroina in questa storia con la sua straordinaria bellezza segnata dalla violenza. I minuti scorrono a ritmo serratissimo tra esplosioni e folli inseguimenti resi ultra realistici da un’attenta regia e da una bellezza visiva posta in risalto dal 3D, tecnologia qui usata al meglio. Ad accompagnare questa scorpacciata di ultra violenza una colonna sonora in costante climax che è a suo modo protagonista, sforando anche nel filmico attraverso gli assoli di uno dei Figli di Guerra legato ad una blidocisterna. Una ventata d’aria fresca nel cinema contemporaneo come non se ne vedeva da tempo. Il capolavoro di George Miller.

Andrea Ruberto